Porto, Monaco, Real Madrid, Bayern Monaco, sono solo alcune delle squadre in cui ha militato il colombiano James Rodriguez, centrocampista classe '91 letteralmente esploso durante il Mondiale disputatosi in Brasile nel 2014. Un calciatore che non ha mai ripagato fino in fondo le aspettative, ma che comunque è riuscito a lasciare un segno. Adesso milita nel San Paolo, in Brasile, e quello sudamericano è il decimo, differente paese della sua quasi ventennale carriera. Paesi diversi, quindi culture diverse a cui non è sempre facile adattarsi. Le difficoltà maggiori, come lo stesso colombiano ha raccontato a Globo Esporte, le ha però incontrate in Qatar. James Rodriguez e l'incubo doccia in Qatar Nel settembre 2021, dopo esser finito ai margini della rosa dell'Everton, James decise di accettare la corte (e i soldi) dei qatarioti dell'Al-Rayyan, non riuscendo però mai a sentirsi totalmente a proprio agio in un paese così culturalmente diverso da quelli in cui aveva vissuto in precedenza: "La vita e la cultura in Qatar sono molto difficili, quello è stato un paese in cui ho avuto tante difficoltà ad adattarmi. Tutti sanno che nel calcio, sotto le docce, i giocatori sono nudi, ma lì no. Davvero, io non potevo fare nemmeno quello. I miei colleghi mi hanno detto che era proibito". Difficoltà anche al momento di mangiare: "Ai pasti tutti mangiano con le mani, ho chiesto le posate e mi hanno detto di no". Non che in Germania se la sia passata troppo meglio: "È un paese freddo e anche la gente è fredda. C'erano giorni in cui mi svegliavo e faceva freddo, un freddo gelido, pensavo solo: cosa diavolo ci faccio qui?". Periodi difficili, ma sicuramente molto ben retribuiti. Ne sarà valsa la pena?