Solo sfiorato da una straordinaria Juventus, che merita sinceri applausi per una stagione comunque da incorniciare, l’ormai celeberrimo “triplete” alla spagnola è stato invece completato dagli uomini di Luis Enrique.
Ma andiamo con ordine: se uno si svegliasse oggi da un coma profondo dovuto ad una serata sopra le righe (una notte da leoni insomma) in compagnia di Adriano e Gascoigne, vorrebbe sapere cosa diavolo si intende per triplete. Ormai lo sanno persino quelle ragazze che hanno come unici appuntamenti televisivi “Uomini e donne” e “Amici”, ma meglio non rischiare. La squadra di calcio che ottiene il triplete è una squadra che nella stessa stagione sportiva conquista insieme il campionato e la coppa nazionale e la Champions League (una volta la Coppa Campioni).
Non sono molte le squadre riuscite in questa impresa, indubbiamente difficile. Fino a qualche anno fa era infatti una vera e propria mission impossible, più o meno come vedere Ghirardi a dieta o indovinare i numeri del lotto con i consigli del mago Do Nascimento.
La prima squadra in grado di compiere la tripletta? Direte: il Real di Di Stefano e Puskas. Acqua. Ok, allora l’Ajax di Cruijff. Palo. Sì pure gli straordinari lancieri ci riuscirono ma solo per “secondi”. I primi a potersi fregiare di questa conquista furono quei maledetti scozzesi (cit) del Celtic Glasgow. Correva l’anno 1967 e la stagione sportiva, iniziata appunto nel 1966, si concluse con la vittoria in Coppa Campioni contro…l’Inter. Due a uno per una squadra interamente composta da scozzesi, che vinsero una Coppa Campioni senza stranieri, un record a sua volta condiviso con gli irreprensibili romeni della Steaua Bucarest nel 1986.
Dopo l’Ajax di Cruijff (1971/72) altri olandesi “meno nobili” riuscirono in questa impresa: si tratta del Psv Eindhoven, stagione 1987/88, guidato in panchina dal maestro Guus Hiddink (prima e unica Coppa da allenatore) e in campo da Ronald Koeman.
Poi più nulla. Per oltre 10 anni. Niente Milan di Sacchi e Capello, niente Juve di Lippi. Il periodo florido per le squadre italiane non ha più previsto una tripletta (allora l’influenza spagnola nel nome ancora non c’era per grazia di Zlatan). A riuscirci nel 1998/99 fu un’altra gloriosa squadra: i Red Devils di Alex Ferguson. Il Manchester United, appunto, si impose ai danni del Bayern Monaco in quella che per anni è stata la più pazza finale di Champions League di sempre (superata per trama avvincente solo da quella di Istanbul che qualche milanista ancora ricorda astrattamente…). Tedeschi in vantaggio grazie ad una punizione di Basler e campioni d’Europa fino al 91°…In due minuti, grazie a due gol di rapina su calcio d’angolo, Sheringham e Solskjaer ribaltarono il risultato lasciando pietrificati i tedeschi e scatenando un pianto isterico in Kuffor (consolato inutilmente dal nostro arbitro Collina che cercava invano di far riprendere il gioco). I tabloid inglesi il giorno dopo titolarono TREBLE (tripletta, appunto).
Passano altri 10 anni e stavolta fu il Barcellona di Guardiola ad ottenere il primo vero triplete, la prima versione spagnoleggiante. A Roma, i blaugrana s’imposero sul Manchester United di Ferguson (guarda un po’, chi di triplete ferisce, di triplete perisce!) con i gol di Messi, di testa (!) e Samuel Eto’o. In quel Barça spiccava la presenza di Yaya Tourè in fase difensiva…
Altri 10 anni al prossimo triplete? Ma va. E’ inaspettatamente l’anno dell’Inter. Mourinho riuscì in un’impresa senza eguali: portò i nerazzurri di Moratti a vincere la Champions dopo quarantacinque lunghissimi anni. Coppa che è nient’altro che la ciliegiona di una stagiona già super con Scudetto e Coppa Italia. I giorni dopo, anzi gli anni dopo, gli italiani si rimbambiscono e ripetono come tormentone la parola “triplete” perché evidentemente tripletta è un nome poco esotico e affascinante. P.S.: Samuel Eto’o riesce in un record quasi unico: due volte il triplete in due stagioni e con due squadre diverse. Uomo giusto nei momenti giusti.
Chissà quanti anni passeranno al prossimo triplete! Anche qua vi sbagliate. E’ il 2012-2013 e stavolta è il Bayern di Heynckes a fare tripletta (non ci interessa minimamente il nome in tedesco, giuro). Strappò tutto il possibile-immaginabile al Borussia Dortmund di Klopp in campo nazionale e internazionale.
E infine passano solo altre due stagioni e la parola “triplete” torna inesorabile a tormentarci l’anima durante le prime giornate calde di fine primavera. Quest’anno non si scappa: o Juve o Barcellona (che noia sempre ‘sti catalani) si giocano la tripletta. In Italia e Spagna nessuna rivale può ostacolarle, allora la Vecchia Signora e il Club che è più che un Club si danno appuntamento a Berlino per il ruolo di migliore d’Europa. Come da pronostici la spunta il Barcellona, seconda volta nella storia. Record. E in Spagna i titoli del giorno dopo sono scontati quanto odiosi: TRIPLETE.
Noi torneremo a vincerlo probabilmente quando ci ricorderemo di Dante e di quello che ci ha lasciato in questi 700 anni.