La speranza (anche la mia) è sempre l’ultima ad andarsene, ma con questi soldi e queste idee sarà dura per le squadre italiane tornare a primeggiare in Europa. Il solito trito e ritrito pour parler che “una volta i giocatori migliori venivano conquistati dall’appeal delle squadre di serie A e ora non più” è reale ed indiscutibile,ma è proprio nei momenti di difficoltà (e di carenze economiche) che dovrebbero venire a galla le idee e le capacità di osservatori e dirigenti delle nostre società (la Germania dalla metà degli anni 2000 in poi insegna).
Eppure negli ultimi anni ci siamo illusi di poter competere, “abbagliati” dalla capacità di acquisire giocatori fenomenali che in realtà erano scarti dei vari top club, oppure di far crescere giocatori “indispensabili” per alcune squadre di serie A ma che poi non si sono rivelati così fondamentali nel panorama mondiale. Alcuni esempi su tutti.
Come dimenticare uno degli uomini più fidati di Antonio Conte e cioè Emanuele Giaccherini, che da nazionale e squadra campione d’Italia è passato al Sunderland (stessa squadra di Fabio Borini, altra grande promessa). Tutto ciò riguarda anche un giocatore “licenziato” (qualcuno ci spieghi bene) e che in Italia era un vero e proprio fenomeno come giocatore e come ballerino stile Michael Jackson, Kevin Prince Boateng, scomparso nei meandri di una squadra tedesca, lo Schalke 04, invischiata nella lotta per entrare in Europa League. Un ritorno di questi ultimi giorni, Stevan Jovetic, astro nascente della nostra serie A nella quale rientra dopo 3 stagioni in cui ha collezionato non più di 2/3 presenze in un top club, il Manchester City. Esteban Cambiasso (uno dei migliori centrocampisti degli anni 2000) si diceva che potesse dare ancora molto all’Inter (della quale era titolare) nell’ estate del 2014, ma è stato acquistato dal Leicester, squadra miracolosamente salvatasi; mentre Josè Holebas, terzino titolare della squadra seconda classificata lo scorso anno, la Roma, è stato ceduto ad una neopromossa in Premier League, il Watford. Ci sarebbero decine di altri esempi, ma la stessa sorte è capitata a chi ha fatto il viaggio opposto ossia è venuto nella nostra serie A, partendo da Tevez (fenomeno) che veniva da 2/3 anni bui (anche per motivi caratteriali) per usare un eufemismo e che in Italia è sembrato, per fortuna dei tifosi juventini, il Dio del calcio; molto simile a Salah che nel top club Chelsea faceva la riserva delle riserve e che è appena stato al centro di un “intrigo internazionale”, come giocatore è da rivedere il prossimo anno. Passando alla Capitale, sempre restando sugli attaccanti, i tifosi laziali si sono innamorati (giustamente) di Miroslav Klose, che nelle scorse stagioni ha segnato a raffica come non faceva dai mondiali di Giappone e Corea del 2002; mentre sulla sponda giallorossa indimenticabili sono gli sfracelli fatti da Gervinho (allontanato dalla disperazione dall’Arsenal) alle difese avversarie nella stagione 2013/2014 o i 20 gol di Osvaldo prima di partire per l’Inghilterra destinazione Southampton (non City o Chelsea).
Scalando la classifica cannonieri 2014/2015 troviamo Jeremy Menez, scarto parigino che è riuscito nell’ arduo compito di tenere a galla un Milan allo sbando più completo, e al primo posto dei bomber c è tale Toni Luca (uno dei miei preferiti in assoluto) che ha dimostrato come l’età non abbia confini per le arcigne difese italiane. Non mi sono dimenticato di Icardi, bel giocatore, che però porta a chiedermi quanto sia elevata la capacità economica della società nerazzurra per essere riuscita a respingere le così tante offerte che sono arrivate per averlo (siamo sicuri che alcuni top club si stessero stracciando i capelli pur di soffiarci il nostro capocannoniere del campionato?). Tutto questo discorso è un ammonimento e non solo un dato di fatto,nella speranza che il nostro campionato possa tornare ad essere il più bello e affascinante del mondo e non rimanga nella mediocrità in cui si trova e verso la quale sta andando. Qualcuno potrebbe obiettare prendendo ad esempio la bella scorsa stagione fatta dalle squadre italiane nelle due principali competizioni europee, ma un anno in cui né ai quarti di Champions, né agli ottavi di Europa league ci sono squadre inglesi, è da considerarsi un anno un pochino strano. E’ un discorso economico, ne sono certo, sembra che qualcosa quest’estate stia cambiando anche se si spera che i giocatori appena acquistati a cifre astronomiche valgano davvero quello per cui sono stati pagati (se aumentano il livello ben vengano altrimenti auguri mister Conte, speriamo in bene per i prossimi europei).
Chiudo con una domanda: ad inizio stagione i nostri giornalisti televisivi e della carta stampata dicono che le squadre italiane siano favorite (quanto meno per arrivare avanti) sia in Champions che in Europa League, siamo davvero così sicuri che non succede la stessa cosa ad esempio in Turchia dove i giornalisti di quel paese danno per favorito il Galatasaray in Champions e il Besiktas in Europa League? Fantascienza diremmo………………a loro.
Articolo di: Francesco Cerutti