Vedi Napoli e poi ti commuovi

Napoli. Città del sole, del mare, della pizza. Ma anche città che vive di calcio, città di “guaglioni” che girano con la palla in mano e giocano a piedi nudi. Qua ha lasciato il segno il più grande di tutti: Diego Armando Maradona. Ma sono passati sotto l’ombra del Vesuvio e il sole di Mergellina anche Sivori, Altafini, Careca, Giordano, Zola e nei tempi più recenti Cavani e Lavezzi.

Quest’anno il Napoli di De Laurentiis pensa in grande. Non inganni l’addio di Benitez e il mercato senza “botti”. Trattenere tutti i top player, primo tra tutti Gonzalo Higuain, e affidarli alla gestione sapiente di Maurizio Sarri, senza frenesie o invenzioni particolari, è un segnale chiaro e inequivocabile. Chi vorrà vincere lo scudetto dovrà fare i conti anche col Napoli.

Qualche partenza c’è stata, fisiologica. Ogni squadra tutti gli anni completa la rosa con almeno un paio di innesti che troveranno posto grazie alla partenza di altri calciatori. Il primo ad annunciare il suo addio ai partenopei è stato Giandomenico Mesto a pochi giorni dalla scadenza del suo contratto il 30 giugno 2015. Mesto, solo 34 partite in 3 stagioni a Napoli. Il suo poteva tranquillamente essere un “arrivederci e grazie”. Con tutto il rispetto, Mesto non è Cavani e nemmeno Lavezzi. Ma solo un onesto gregario un po’ perseguitato dagli infortuni. No, il suo non è un semplice “arrivederci e grazie”.

Affidandosi alle parole di Ernesto, suo fratello, ha voluto salutare i napoletani con un particolare collage (pubblicato sul social Instagram) e con parole davvero toccanti:

mesto instagram

“Abbiamo salutato tanti posti ma chissà perché è proprio vero che lasciare Napoli emoziona e commuove.

 Sarà la sua bellezza, sarà il cuore delle bellissime persone che abbiamo conosciuto, sarà la luce del mare da villa Avellino la mattina, sarà Napulè e il cuore di Pino che continua a battere, sarà la vita ed i colori di spaccanapoli, gli occhi sgranati dei bambini che ti incontrano e gli brillano gli occhi per l’autografo, sarà Posillipo, Mergellina, il lungomare, il Vesuvio che ci lava di bellezza sul golfo, saranno le scalinate colorate e meravigliose e, perché no, le bestemmie nel perderci sistematicamente con la macchina nei vicoli a prova di #tomtom, sarà la pizza con il piennolo, sarà soprattutto l’umanità di un popolo amico e di amici con un cuore grande e meraviglioso. Hai fatto un’altra grande esperienza di vita e di calcio, hai giocato con grandi campioni, hai dato il tuo, come sempre, fino in fondo e pazienza, poteva andar ancora meglio ma la vita ha i suoi percorsi e noi non sappiamo nemmeno cosa avverrà domani, ci hai portato per l’Europa, ci siam sentiti l’inno Champions League all’Emirates di Londra, vinto coppe, superato sconfitte, dribblato di potenza la sfortuna. È stata dura per tutti lasciare un posto così, si riparte, si ricomincia, nuova avventura, è andata sempre meglio di prima e anche domani ci si proverà e le strade della vita sono a noi sconosciute ma bellissime. Grazie Napoli e  tutte le splendide persone conosciute ed anche quelle sconosciute ma che hanno sempre regalato un sorriso. E ci rivedremo presto, perché ci si emoziona tanto quando si va via ma non si può stare troppo tempo senza rivivere il cuore di Napoli. Alla prossima”.
E’ di ieri un altro addio commovente di un altro partente. Gökhan Inler saluta Napoli e va al Leicester di Ranieri per 4,2 milioni di euro più eventuali bonus. Tutti ricorderanno la presentazione dello svizzero: maschera da leone e presentazione da cinema, di quelle che piacciono al Presidente. Inler nonostante 4 anni altalenanti ha un ricordo fantastico di Napoli, squadra e città. Napoli è riuscita in un altro miracolo: far piangere uno svizzero.
Ecco il suo addio via Twitter alla sua ex città. Perché 140 caratteri non bastavano. E perché salutare con il sottofondo di Napul’è di Pino Daniele era il modo migliore per dirsi addio.
inler
Forse è proprio vero quello che recita Siani in “Benvenuti al Sud”: “Quando un forestiero viene al Sud piange due volte: quando arriva e quando parte”.

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