E’ sabato. Lo capisco perché mi trovo sul divano di casa, anziché essere a lavoro, con l’immancabile compagno di ogni weekend: quel mal di testa post “bagordi” e quella sensazione di aver cambiato fuso orario stanotte.
E’ sabato e ora ricordo. Inizia finalmente il campionato. Pochi minuti e fermerò quel dannato zapping compulsivo che mi tormentava fino ad oggi. Ore e ore a cercare qualcosa in tv che potesse anche solo lontanamente ricordarmi una vera partita di pallone. Sì, vera. Non Milan – figli di impiegati del Sudtirol o Juve – Allievi dell’Oratorio di Pizzighettone. E nemmeno quei Inter-Real Madrid in Indonesia dove al 45° le squadre già non hanno più un titolare in campo e scopri una decina di nomi nuovi e gente che nemmeno pensavi facesse ancora parte della rosa della tua squadra del cuore.
E’ sabato 22 agosto e ora si fa sul serio. Non vedi l’ora di rivederti i cross in tribuna di Abate, i tiri fuori dallo stadio di Guarin, il solco sulla fascia di CR77. E ancora, visto che si parla di farsi del male, le schedine perse per un gol in fuorigioco al 94°, la tua coppia d’attacco al fantacalcio Lasagna-Maccarone che con voracità si mangia 10 gol a partita e quei dannati 25 euro (se va bene) spesi per andare allo stadio un sabato sera di dicembre con 7 gradi sotto zero per assistere ad un tristissimo e noiosissimo zero a zero.
Perché anche se ti fa piangere, ti fa arrabbiare, ti lascia senza forze o senza soldi non potrai mai fare a meno di lui. Non potrai mai smettere di amare il calcio Bentornato campionato, bentornata Serie A.