La vie c’est fantastique…quando segna Mario Frick

“La vie c’est fantastique…pourquoi tu te la complique?”. Correva l’estate del 2001 e i bomber meno giovani già sfondavano l’impianto in macchina e disturbavano la quiete pubblica dei paesi con il pezzo di S.M.S. (se uscisse oggi, probabilmente si chiamerebbe Whatsapp) feat. Rehb. Era l’estate di “La mia signorina” di Neffa e di “Boyband” dei Velvet. Ma questa, direbbe Buffa, è un’altra storia.

Era il 3 dicembre 2001 e il Verona era in Serie A. In attacco non aveva Toni, che pure già bazzicava sui campi della massima categoria e precisamente nel Brescia in coppia con un certo Roberto Baggio…No, i gialloblu in attacco quel 3 dicembre, proprio contro il Brescia, schieravano un giovane Adrian Mutu e un po’ a sorpresa un attaccante del Liechtenstein (sia lodato il copia-incolla). Un attaccante che l’anno precedente militava in C1 con l’Arezzo. Un attaccante che il ds Rino Foschi volle a tutti i costi, quasi imponendolo al presidente Pastorello. Un attaccante che Malesani, uno per niente mollo, cercò di forgiare e lanciare sul palcoscenico più importante una volta pronto. Il suo nome era Mario Frick.

Frick era un giocatore che prima di arrivare in Italia, si fece notare nel campionato svizzero con le maglie di San Gallo, Basilea, Zurigo. Un centravanti un po’ dinoccolato, molto abile nei contropiedi. Lo scoprì l’Arezzo di Cabrini e dopo una stagione da 16 reti in 23 gare ecco l’occasione della vita: la Serie A.

Primo attaccante liechtensteinese della storia del nostro campionato, quella partita Frick la giocò da titolare. Ai suoi lati nel tridente, come dicevamo, due giocatorini mica male…oltre a Mutu anche un certo Mauro German Camoranesi. Con Cossato infortunato, arrivò finalmente il suo momento.

Dopo 19 minuti SuperMario (no, Balotelli all’epoca aveva 11 anni e ancora non ne sentivamo parlare) sbloccò la gara con un gol su calcio d’angolo calciato da Oddo (toh un altro futuro campione del Mondo…). La corsa irrefrenabile conseguente rimase negli occhi ma soprattutto nel cuore di tutti noi. Frick si tolse la maglia, e ai tempi era consentito, e corse verso la tribuna per mostrare qualcosa. Sotto la casacca del Verona, aveva un’altra maglietta con gli stessi colori sociali della squadra: una scritta in giallo sullo sfondo blu. Una frase, un tormentone, una leggenda. “La vie c’est fantastique…quando segna Mario Frick”.

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“Cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione.” E’ la spiegazione presente nel film cult “Amici miei” di Monicelli. E Frick quel giorno non si fece mancare nulla.

La partita proseguì e Toni sbagliò un rigore, o meglio se lo fece parare da Pegolo. In apertura di ripresa un altro gol dell’eroe di giornata. SuperMario regalò il bis dopo una grandissima azione personale in contropiede. Sempre perché era un altro calcio, sempre perché alzare la maglietta non veniva in alcun modo sanzionato, Frick fece bis anche di dediche. Stavolta per il suo secondogenito dal nome…Zinedine.

Verona 2 Brescia 0. La giornata di Frick fu storica. La gente incominciò a conoscere l’esistenza del Liechtenstein (per scriverlo giusto ci vollero ancora degli anni). S.M.S. probabilmente gli dedicò una tariffa conveniente per i messaggi all’estero. Scherzi a parte, Mario Frick entrò ufficialmente nei nostri cuori. E da quel momento si ipotizzò una carriera da protagonista per il bomber.

Che fine ha fatto Frick? Quella stagione la terminò con 7 gol in 24 gare. Senza infamia e senza lode. Fece meglio per quattro stagioni alla Ternana in B e si riprese la A con il Siena ormai ultratrentenne. Tornò in Svizzera nel 2009 e se ne persero le tracce. Bé aveva 35 anni, avrà fatto una stagione e si sarà ritirato, direte voi. Niente di più sbagliato.

Oggi Mario Frick, 41 anni, gioca ancora nel Balzers squadra semi-professionistica con sede nel Liechtenstein e iscritta alla quarta serie svizzera. Si alterna nel ruolo di centravanti e in quello di…difensore centrale.

Già, avete capito bene. Poco più di un anno fa, ce lo siamo ritrovati senza nascondere una certa sorpresa, al centro della difesa della nazionale del Liechtenstein contro la Russia di Capello, durante una partita di qualificazione agli Europei. Mario Frick? Ma era quello…sì, sì è proprio lui!

Mario nei 10 anni italiani era un discreto bomber, segnava qualche gol. Rivederlo dopo anni reinventato difensore della propria nazionale ci ha fatto sorridere. E’ sempre stato un tipo particolare Mario. Ci ha sempre sorpreso, fin da quel 3 dicembre 2001 con quella leggendaria esultanza. Ora ci stupisce ancora, con quest’ultima trovata, partita sicuramente dalla sua volontà oltre che da quella del suo c.t. Pauritsch. Nonostante lo 0-4 senza storie, Mario si è mostrato un combattente, leader di una compagine povera di talento, ultimo tra i compagni a mollare. A volte la troppa foga lo ha tradito (rigore del 3-0 causato da lui), ma è uscito dalla lotta comunque a testa alta.

SuperMario gioca ancora e pare non abbia alcuna intenzione di smettere. Perché? Semplice: perché “la vie c’est fantastique…quando gioca Mario Frick”.

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