Quel fenomeno di Federico Buffa

Era una di quelle sere nelle quali non sai cosa fare e ti perdi tra i video di YouTube, ad un certo punto sulla destra, nella sezione dei video consigliati, lessi un titolo: “Federico Buffa demolisce in 40 secondi sette anni di campagna acquisti del Milan”.
Fu un colpo di fulmine, non avevo mai sentito un’analisi così ben fatta di un singolo argomento. Non avevo Sky, non ero a conoscenza della sua esistenza, non ho idea di quanti suoi video guardai quella sera. Da quel momento non cercai altro su YouTube se non il suo nome.
Mi concentrai sul calcio inizialmente, la mia passione, trovavo degli spezzoni durante le trasmissioni Sky nelle quali tirava fuori chicche e aneddoti meravigliosi, i soprannomi dei calciatori, storie mai sentite.
Pur di sentirlo parlare, mi misi a guardare le telecronache dell’NBA con Flavio Tranquillo. Non ci capisco nulla di pallacanestro e non mi ha mai attirato come sport, ma da quando ho scoperto l’avvocato, non dico che ho iniziato a seguire il basket, ma le sue telecronache le vado sempre a cercare. Poi per la mia felicità dopo i racconti su Maradona e Jordan, sono arrivate le storie mondiali e quest’anno i racconti delle leggende del calcio. Il miglior regalo che Sky potesse farci, a noi amanti dell’avvocato.
Mentre sei a casa che non riesci a contenere la felicità per come quell’uomo riesce a raccontarti in maniera impeccabile tutto quello che ti interessa, ti verrebbe voglia di averlo nel tuo salotto e farlo parlare per ore e ore. Sappiamo che è un fenomeno in quello che fa, ma come tutti è partito veramente da lontano.

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Nasce in una famiglia milanista, obbligato a tifare Milan il suo primo idolo è il portiere rossonero Barluzzi. Poi la sua attenzione si sposta verso i più conosciuti Prati e Rivera. Come la maggior parte dei ragazzi italiani, sognava di fare il calciatore. Era un trequartista ai tempi delle superiori, quando provò ad aggiudicarsi il pass per andare in America a trascorrere un anno di studi, ma non lo considerarono adatto a quel mondo e lo lasciarono a casa. Si era già sognato un futuro da star del calcio americano, se l’avessero preso, forse ora sarebbe uno dei calciatori sconosciuti della Major League Soccer. Negli States ci ritorna pochi anni dopo e capisce che quella sarà la sua destinazione perenne.  Il padre gli regala un viaggio in America per la maturità.
Dopo aver apprezzato quel mondo fantastico a stelle e strisce, torna  in Italia e  mostra il suo articolo sull’America ad un certo Aldo Giordani, giornalista mostruoso dei tempi, il quale apprezza e decide di pubblicare il pezzo. Gira gli Stati Uniti d’America in lungo e in largo, si ritrova a guardare le partite dell’NBA nei posti migliori, chissà come deve essere stato vedersi Micheal Jordan a pochi centimetri.
Torna in Italia e inizia la professione di agente, rappresenta alcune giocatrici del campionato di serie A. Diventa anche radiocronista ufficiale delle partite dell’Olimpia Milano, nello stesso periodo conosce quello che diventerà il suo gemello, un altro fenomeno in questo campo. Flavio Tranquillo. I due stanno agli ordini di Giordani, lo seguono, lo ascoltano e cercano di imparare il più possibile. Si laurea in giurisprudenza, con 110 e lode, OVVIAMENTE. La carriera da agente non continua e prende il sopravvento quella da telecronista, per nostra fortuna.
Ascoltare quei due sembra di sfogliare un’enciclopedia. La cultura, se si vuole raccontare qualcosa è fondamentale. La loro formazione sportiva e culturale è praticamente perfetta. Entrambi hanno giocato, hanno provato sulle loro mani quello che raccontano. Come se non bastasse aver giocato a basket, l’hanno anche arbitrato. Esperienze che poi fanno la differenza, quando ti ritrovi a commentare una partita.
Come li sentiamo parlare in televisione, nella stessa maniera parlano tra di loro. Troppo bella la loro intesa. Essendo un alieno, unico nel suo genere, può permettersi di analizzare anche le partite di calcio.
Inizialmente viene invitato a Milan Channel come opinionista, pochi anni dopo conduce la partita tattica, nella quale spiega ai tifosi rossoneri l’andamento delle partite del Milan. Una passeggiata di salute per uno come lui che arriva dal mondo analitico del basket. Gli viene proposto di continuare in quel mondo, ma si accorge che il calcio non è solo uno sport, c’è dentro anche la politica e cose che a lui non piacciono. Non può commentare una partita se non può dire quello che vuole, o dire qualcosa che faccia piacere a qualcuno. Si distacca dal calcio, quando ci ritorna lo fa esclusivamente da narratore.
Come fai a non amarlo? Sa tutto. Potrebbe allenare una squadra di basket e una di calcio in contemporanea, è preparato, condisce la sua preparazione culturale a quella sportiva dando vita a narrazioni fantastiche, ha una dote che penso tutti i giornalisti dovrebbero avere, la pronuncia delle lingue straniere. Sentirlo parlare in spagnolo è una libidine. L’apice per noi malati di calcio sono state le storie sui mondiali. A casa mia pure le zanzare si fermavano, guai a chi fiatava. Parla Buffa, tutti in silenzio.
Dopo il successo di storie mondiali, Sky ha pensato bene di fargli raccontare alcuni personaggi storici del calcio, facendolo andare in giro per il mondo nei luoghi dove hanno avuto luogo le storie.
Oltre che fare un regalo immenso a noi spettatori, lo ha fatto a lui.
Un uomo affetto dalla sindrome dell’obbrobrio di domicilio, quando torna da un viaggio pensa subito all’altro. Poco amante della tecnologia, fino a qualche anno fa nei suoi viaggi si portava dietro solo una matita. Odia essere rintracciabile, gli dà fastidio pagare con la carta di credito, per il fatto che possono sapere dov’è in quel momento. Viaggia tanto, perché è uno di quelli che vuole sparire. Il suo amore per gli Stati Uniti è palese, ne ha bisogno, è necessario per lui tornare in America. Quel continente ti permette un continuo aggiornamento, puoi capire cosa succederà tra qualche anno nel resto del mondo, dato che quello che succede da noi ora, da loro ormai è roba vecchia. Eppure in un’intervista ha dichiarato che uno dei suoi posti preferiti è l’Iran. La cultura persiana lo fa impazzire e a detta sua, le donne più belle del mondo si trovano in Persia. Io all’avvocato credo sempre.
Un uomo umile, che si ritiene baciato dalla fortuna per quello che fa. Il suo più grande nemico è la mancanza di coraggio, se fosse un film sarebbe “l’impossibilità di essere normale”, una pellicola degli anni settanta.
Se avesse seguito il suo istinto ora dovrebbe essere a Kyushu, l’isola più meridionale del Giappone, ad insegnare italiano alle signore giapponesi. Faccio fatica a capire perché in Giappone vogliano imparare l’italiano.
Va beh, fortuna che le cose sono andate diversamente dai suoi piani.
Se dovesse raccontare la vita di noi comuni mortali che lo seguiamo, riuscirebbe a renderla interessante.
E’ sempre un piacere ascoltarla avvocato.
Ah, per il bene dell’umanità, si faccia clonare.

Articolo di: Gezim Qadraku

 

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