Sarà stata una lampada di troppo, sarà che la valletta rumena proprio brutta brutta non è ma Carlo Conti, qualche giorno fa, avrebbe invitato i telespettatori italiani a registrare il big match tra Napoli e Juventus di sabato per poter assistere alla finale del Festival di Sanremo. Inutile dire che la reazione media alla richiesta di Conti sia stata un mix tra l’educata gestualità di Soviero e le ancor più educate – nonché pacate – risposte di Miha in conferenza stampa. Nonostante il fortissimo richiamo della sfida tra le prime della classe però non tutti gli italiani avranno già prenotato il tavolo sotto lo schermo più grande del locale di fiducia. Di vedere la finale del Festival però non se ne parla affatto: ecco alcune alternative per sopravvivere alla serata conclusiva della kermesse della canzone italiana.
GIOCARE UN CALCETTO IN 9 – Non c’è niente di così odioso del disputare una partita di calcetto con l’uomo in meno. Magari che ha dato buca all’ultimo secondo adducendo scuse molto poco plausibili. Un’ipotesi decisamente poco gradevole in un giorno normale, decisamente appetibile quando su Rai Uno si aggira ancora una Patty Pravo con la stessa età di Minala.
CONTARE GLI ALLENATORI ESONERATI DA ZAMPARINI – Notizia di mercoledì è il ritorno in Argentina di mister Schelotto, sbarcato a Palermo soltanto un mesetto addietro. Pare che non si tratti di un vero esonero ma, laddove aveste deciso di restare in casa e non riusciste a prendere sonno, potreste mettervi a contare tutti i tecnici esonerati dai tempi del Venezia. Molto probabilmente il numero ottenuto sarà superiore al numero di telespettatori rimasti svegli davanti al Festival fino a mezzanotte.
ASCOLTARE IN LOOP “NUMERO UNO” – Se c’è una cosa che ai tedeschi non riesce bene quella è l’essere comici. Quando Luca Toni sbarcò a Monaco un certo Matze Knopp pensò bene di dedicargli una canzone in cui ogni stereotipo italiano era reso, se possibile, ancor più stereotipato. Una hit che spopolò in Germania da ascoltare in loop, un’occasione per cercare di rilanciare in qualche modo Toni al Fantacalcio. Che avete pagato più o meno come tutti gli ospiti delle ultime dieci edizioni all’asta di inizio stagione.
CANTARE VECCHIE HIT – Con tanto di nostalgia per i bei tempi andati quando i Festival li vincevano i Jalisse ed il Parma arrivava secondo in serie A. Cuffie sulle orecchie e volume al massimo. Naturalmente serve dare un tocco personale al pezzo come richiesto sempre ai partecipanti di X Factor: quale migliore occasione per sfoderare qualche acuto alla Delneri? Attenzione però a non esagerare: potreste invocare qualche divinità Inca.
SETACCIARE FM ALLA RICERCA DEL NUOVO MESSI – Se il comparto “nuove proposte” fa discutere ad ogni edizione del Festival ci sono giovani che non passano mai di moda. Quelli delle serie minori argentine o cilene che il buon manager da tastiera setaccia alla ricerca disperata del nuovo Messi. Di quel giocatore capace di far passare il Castel di Sangro dai dilettanti alla Champions League nel giro di cinque stagioni. Una cosa è certa: la ricerca terminerà molte ore dopo la proclamazione del vincitore di Sanremo.
GUFARE UN CONCORRENTE A CASO – Magari avete sentito per caso i nomi dei partecipanti al Festival, magari tra di loro si cela proprio quel cantante che per un motivo o per l’altro non vi va propriamente a genio. Con un’esperienza pluriennale a cavallo tra calcio e fantacalcio quale migliore occasione per mettere a frutto le vostre doti di gufata? Naturalmente poi vincerà proprio lui, ma questa è un’altra storia.
Articolo di: Nicolò Premoli
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