Le ossessioni dei grandi dello sport

Con la sconfitta di sabato sera, la Juventus ha raggiunto quota 7 in 9 finali perse della più ambita coppa europea (Coppa Campioni una volta, Champions League oggi). La Champions League è da sempre l’ossessione di Gianluigi Buffon, il capitano della Juventus che il prossimo anno compirà 40 anni e che in oltre 20 anni di carriera non è riuscito a coronare questo sogno. Buffon vanta un Mondiale, tanti scudetti, Coppe Italia e persino una Coppa Uefa ai tempi del Parma. Ma mai è riuscito a sollevare la coppa dalle grandi orecchie, sfiorando la vittoria per tre volte (nel 2003 contro il Milan, due anni fa a Berlino contro il Barcellona e pochi giorni fa, appunto, contro il Real).

La Champions è stata per una carriera il tabù di altri grandi campioni. Ad esempio Ronaldo il Fenomeno, che ha vinto Mondiali e Palloni d’Oro (altro premio, stavolta individuale, che manca a Gigi Buffon) ma mai la più importante competizione europea. Trofeo che per anni ha continuato a sfuggire in modo paradossale a Zlatan Ibrahimovic: lo vinceva sempre la squadra dalla quale andava via (prima Inter e poi Barcellona). Ma mentre Zlatan può ancora rifarsi, o almeno coltiva ancora una speranzella, non può dire lo stesso Pavel Nedved il cui più grande rimpianto fu quella finale persa nel 2003 a Manchester contro il Milan. Il ceco non la giocò per squalifica.

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Cosa può mancare nella bacheca di un grandissimo come Maldini? Col Milan Paolo, il figlio del grande Cesare, ha vinto tutto. Più volte peraltro, anche da capitano. Ma non è mai riuscito a sollevare un trofeo con la maglia della Nazionale, il più grande rimpianto per uno dei giocatori più presenti tra gli azzurri. Il rimorso più grande rimane la sconfitta del 1994 a Pasadena contro il Brasile, ma anche il Mondiale 2002, l’ultimo giocato con la maglia azzurra.
A proposito di altri grandi calciatori italiani: Totti e Baggio, solo per fare degli esempio, non hanno mai vinto la Champions League. Persino il più grande di tutti ha un rimpianto: Maradona infatti non ha mai vinto in carriera il Pallone d’Oro “europeo” e, almeno per adesso, non lo ha ricevuto nemmeno “ad honorem”.

E negli altri sport? Anche Valentino Rossi ha vinto davvero tutto. Ma se non dovesse ottenere quel numerino magico, il decimo Mondiale, probabilmente finirebbe per ritirarsi con un piccolo rammarico nonostante una carriera da vero e proprio fenomeno. Il rammarico del pilota di Formula 1 Fernando Alonso è diverso: lui non ha mai vinto con la Ferrari. E dopo aver “fallito” (non tanto lui, quanto il team) con il Cavallino non ha trovato più una squadra che lo aiuti a tornare in vetta al Mondiale. Nel tennis un grande come Pete Sampras non ha mai vinto il Roland Garros, così come Federer non ha mai vinto un oro alle Olimpiadi. Nadal ha il cruccio di riuscire a vincere il decimo Roland Garros, ma potrebbe farcela già quest’anno. I rimpianti però sono tanti anche nel mondo dello sci: l’esempio più lampante è quello di Giorgio Rocca, che nonostante la bravura mai è riuscito a vincere un Mondiale in carriera. Destino non diverso da quello di Julio Velasco, noto allenatore di pallavolo che farà anche una capatina all’Inter di Moratti per incarichi dirigenziali: mai un oro Olimpico per lui.

C’è un fenomeno, nel mondo del basket, che è riuscito a superare la sua ossessione fino a batterla. LeBron James lo scorso anno ha vinto l’anello nella sua Cleveland. Che sia di esempio per tutti quelli che vogliono raggiungere il proprio obiettivo.

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