Ora non montatevi la testa, ma se vi ritenete bravi a Fifa, GTA, Call of Duty, Gran Turismo o altri videogiochi, potreste diventare i portabandiera dell’Italia alle prossime Olimpiadi. Sì perché, dopo un incontro a Losanna, il Comitato Olimpico Internazionale ha rilasciato una nota epocale.
Prendendo atto della loro diffusione planetaria, e dell’ormai storica presenza di competizioni e giocatori professionisti, il CIO ha riconosciuto a tutti gli effetti i cosiddetti e-sports quali disciplina sportiva.
“gli e-sports competitivi possono essere considerati un’attività sportiva, e i giocatori coinvolti si preparano e allenano con un’intensità che può essere paragonata a quella degli atleti delle discipline tradizionali.”
Così si è espresso il Comitato. Non è tutto così semplice, però. Per poter vedere le competizioni videoludiche ai Giochi Olimpici manca qualcosa. Le associazioni internazionali dovranno rispettare alcune imprescindibili norme quali la presenza di un sistema anti-doping e strutture capaci di combattere il proliferare di scommesse sulle competizioni.
Insomma, da oggi niente più “botte” di Red Bull per finire un campionato entro le 7 di mattina o birre giocate ai rigori (rigorosamente con joypad nascosto).
Da oggi si diventa seri. Da oggi si “skilla” alle Olimpiadi.
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