Le immagini di un Momo Salah disperato al gol del pareggio del Congo contro il suo Egitto, nella partita decisiva per l’accesso a Russia 2018, avevano fatto il giro del mondo. Così come la repentina esaltazione per il rigore del risolutivo 2-1, segnato pochi minuti dopo, che aveva spinto i “faraoni” alla fase finale di un Mondiale a 27 anni dalle notti magiche di Italia 90.
Ma l’amore per il suo Paese del fenomeno del Liverpool non si traduce solamente nello spendersi a pieno, corpo e anima, per la sua affermazione sportiva. In patria Salah è visto alla stregua di una divinità per la dedizione totale nei confronti del suo popolo.
Le principali testate internazionali hanno pochi giorni fa ripreso la notizia che voleva l’ex Roma destinatario di addirittura un milione di voti (ovviamente non validi) alle recenti elezioni presidenziali egiziane. Ma come si spiega un amore così grande? Il successo calcistico a livello internazionale è senz’altro il movente principale, ma di certo non è tutto qui.
Salah è un vero e proprio Robin Hood delle piramidi. A una vita di lussi ed eccessi ostentati, Momo preferisce l’aiuto concreto alla sua gente, con il finanziamento costante a scuole, ospedali e centri di riabilitazione nella sua Nagrig.
Ha fondato una scuola per i più poveri di Basyoun che, proprio come l’istituto in cui è cresciuto, porta il suo nome. Per la ricerca sul cancro infantile ha donato 500.000 euro a un ospedale egiziano specializzato in questo ambito.
Ci sono poi due episodi legati alla “partita della vita” con il Congo di cui parlavamo prima. Dopo il “gol del Mondiale” un noto imprenditore egiziano offrì in premio al campione una lussuosa abitazione, subito rispedita al mittente con la richiesta di convertire il valore del regalo in donazioni per l’amato villaggio di Nagrig.
Durante la gara invece, l’abitazione della famiglia di Salah subì un furto. Una volta identificato il ladro, evidentemente molto povero, Salah chiese il suo rilascio e gli destinò perfino una somma di denaro per agevolarlo nel reinserimento in società.
Tutto questo si è tradotto in una vera e propria Salah-mania in costante espansione, che coinvolge giovani e meno giovani in un Paese che ha ormai scelto il suo eroe. Se questo non è amore…