Nelle ore serrate delle trattative per il passaggio societario e della scure Uefa il mondo rossonero non può che essere inquieto. Lo è in prima persona anche Paolo Maldini, bandiera eterna insieme al compiantissimo papà Cesare, Gianni Rivera e Franco Baresi, della squadra per cui più di ogni altro ha contribuito a raggiungere gloria e successo internazionali.
Oggi Paolo celebra i suoi primi 50 anni da bandiera, e in una breve anticipazione dello speciale realizzato con Federico Buffa per Sky Sport, ha la capacità in pochissime parole di spiegarci come nasce, si costruisce, e rimane in alto un uomo-simbolo:
“Sono nato a Milano, mio padre aveva giocato nel Milan, pertanto per me il massimo era giocare con questa squadra. Sono stato fortunato, perché gli obiettivi della squadra erano i miei. Io ero molto ambizioso come la squadra, ci siamo trovati e la cavalcata è stata eccezionale. Ci sono stati alti e bassi. E in quei bassi sono arrivati gli inglesi. Manchester United, Chelsea e Arsenal. Ma andare via nei bassi non si fa.”
Tutto qua. Ambizione, valori condivisi, e la consapevolezza che no, nei bassi come negli alti casa tua non la lasci. Parole chiare, dirette e semplici, manifesto di oltre trent’anni di vita. Dagli anni dell’adolescenza alla maturità sportiva e umana, sempre in rossonero.
In 23 anni di carriera non si è mai allontanato da un senso della morale, del dovere, della fedeltà e dell’etica che ne fanno una delle icone del calcio scriveva l’Equipe nel 2007. E più dei muscoli, della tecnica e del palmares, manca questo al Milan e al pallone di oggi.
Tanti auguri Paolo!
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