Ci vogliono tante qualità per giocare a calcio come un campione. Eppure possederne tantissime potrebbe non fare di te un bravo rigorista. Ne sa qualcosa Gonzalo Higuain, che dalla natura ha ricevuto davvero tutto ciò che serve per essere un Bomber d’area di rigore con pochi eguali in Europa. Proprio tutto, tranne il dono di tirare i calci di rigore.
Ma come può un piede così potente e preciso con la palla in movimento e la minaccia dei difensori, diventare così innocuo dal dischetto? Certamente qui c’entra la testa. Con i suoi errori dagli undici metri il Pipita ha perso una Copa America con la Nazionale e una qualificazione alla Champions con il Napoli. Uno storico che non aiuta.
Anche per questo oggi fa discutere il cambio di gerarchie in casa rossonera di ieri sera, col rigorista designato Kessie scavalcato da Gonzalo per l’occasione. Scelta che a posteriori può facilmente sembrare sbagliata. Considerando però che il rigore se lo era guadagnato lo stesso Higuain, e che segnandolo sarebbe definitivamente entrato in partita, il beneficio del dubbio va quantomeno concesso.
Ad analisi dell’errore e in soccorso del Pipita per il futuro sono arrivate le parole di un assoluto specialista della materia come Andrea Pirlo. Uno che i calci di rigore li ha tirati e segnati in tutti i modi possibili durante la lunga carriera.
“Nei rigori ci sono sempre sensazioni strane. Lui poi sentiva particolarmente questa partita, e voleva fare gol.
Non ha voluto sentire ragioni per calciare. La palla pesava tanto. Secondo me avrebbe dovuto tirare una fucilata, senza pensare a dove piazzare e angolare il tiro.”
Con la freddezza di Andrea, forse sarebbe stato facile prendere questa decisione. Una battuta, per intenderci, nello stile di Francesco Totti con l’Australia negli ottavi di finale a Germania 2006. Un altro che, pur potendo fare tutto con il pallone, ha spazzato le pressioni di un momento pesantissimo proprio con una fucilata.
Dovesse ricapitare, pensa a queste parole Gonzalo.