Generalmente, i protagonisti di questa speciale rubrica del nostro sito sono calciatori (o ex) che pur avendo grandissime qualità in abiti specifici o complessivi, non sono riusciti a sfondare per un mix di situazioni: una poca affidabilità fisica, un carattere particolarmente difficile o semplicemente una minore comprensione dei cambiamenti. Nel caso di Fabiano Santacroce, che per anni è stato individuato come uno dei migliori giovani d’Italia, si può parlare senz’altro della prima ipotesi. Gli infortuni lo hanno tormentato, i problemi fisici ne hanno per sempre condizionato il rendimento. Un vero peccato per un calciatore molto temuto dagli attaccanti avversari e decisamente pronto per il salto di qualità.
CHE FINE HANNO FATTO, episodio 27: Fabiano Santacroce
Nato in Brasile ma con sangue italiano, Fabiano Santacroce aveva il calcio nel sangue. Suo cugino Alex, infatti, si è fatto ben notare nel corso della sua carriera, giocando prevalentemente tra Giappone e Brasile e prendendo anche la Nazionalità cinese. Fabiano, invece, all’inizio della sua vita sembra essere rivolto verso altri lidi: è infatti impegnato in una precoce carriera da attore, che lo vede – tra le altre cose – a un video musicale del noto cantautore Zucchero Fornaciari e a un film diretto dal regista Maurizio Nichetti. Parallelamente, Santacroce comincia a giocare a calcio. E lo fa anche bene, tanto è vero che (dopo tanta gavetta in squadre minori) si fa notare dal Como, squadra con la quale gioca il primo campionato professionistico in Serie C1. Nel 2005 però la società fallisce e il ragazzo viene così preso dal Brescia. Proprio con il club lombardo Santacroce farà vedere i primi sprazzi di classe, quelli di un difensore molto bravo nell’anticipo e anche capace di giocare in più ruoli della difesa (può fare infatti sia il terzino che il centrale). Santacroce è un diamante grezzo ed è inevitabile che i grandi club si interissino a lui. La squadra che ci prova di più (e ci riesce) è il Napoli, da poco tornato in Serie A: gli azzurri lo acquistano per quasi 6 milioni di euro nel gennaio del 2008.
A Napoli Santacroce resterà fino al 2011. Inizialmente le cose vanno in maniera magnifica: grazie alle sue prestazioni, infatti, Santacroce convince Reja a farlo diventare titolare ad appena 21 anni, nella difesa a 3 schierata dal tecnico goriziano. Anche nella stagione successiva Santacroce è a tutti gli effetti un titolare, finendo per giocare 27 partite e arrivando a diventare un punto fermo dell’Italia Under 21 (con la quale, in totale, collezionerà 7 presenze). Purtroppo, nella terza stagione in azzurro arriveranno i primi problemi: durante una trasferta in casa dell’Inter il ragazzo subisce un infortunio al menisco. A fine febbraio, durante la fase di recupero dal precedente malanno, Santacroce si fa male anche all’altro menisco e starà dunque fuori per tutto il campionato, tornando in tempo solo per l’ultima partita. Nel 2010-2011 Santacroce si è completamente ristabilito ma, purtroppo per lui, al Napoli le gerarchie sono ormai cambiate. L’italo-brasiliano andrà in campo solo per 14 partite stagionali, con il nuovo tecnico Walter Mazzarri orientato su altre scelte.
Così, Santacroce viene ceduto per trovare continuità, nonostante l’amore per la squadra e la città. La nuova destinazione è il Parma, con la cui maglia esordisce proprio durante una vittoria contro il Napoli. In due stagioni, però, giocherà soltanto 22 partite, nonostante i ducali avessero esercitato per lui il diritto di riscatto previsto dal contratto. Nel 2013 viene ceduto per un anno al Padova, dove trova maggiore continuità. Il ritorno a Parma è però intervallato nuovamente da presenze discontinue. Anche il club ducale fallisce e Santacroce trova nel 2016 una nuova momentanea casa a Terni: con la Ternana però collezionerà solo 2 presenze, svincolandosi a fine stagione. Nel 2017 viene preso dalla Juve Stabia ma si ritrova, ancora una volta, appiedato al termine dell’anno, andando così ad allenarsi a Coverciano con i giocatori senza contratto. Attualmente Santacroce ha trovato una nuova squadra: gioca infatti per il Cuneo. La capacità nell’anticipo non è purtroppo quella di una volta, l’esperienza invece è aumentata a dismisura. Fabiano Santacroce non meritava di essere fermato dagli infortuni, anche perché era lui a fermare – piuttosto bene – gli avversari in campo.