Pippo Maniero, il bomber silenzioso

Un autentico professionista del gol, ma con discrezione e senza eccessi. Pippo Maniero, nella romantica e nostalgica categoria dei bomber di provincia, può essere senza dubbio ricordato per l’indiscutibile concretezza. Non una primadonna, per intenderci, ma il classico terminale offensivo su cui fare sicuro affidamento a livello realizzativo. I numeri valgono più delle parole: oltre 115 reti in carriera nei campionati professionistici, di cui 78 solo in serie A. Ma con rarissimi exploit, poche giocate sensazionali, tanti gol di testa, grande umiltà.

pippo-maniero-venezia
Pippo Maniero ai tempi del Venezia

Dopo la doverosa trafila nel settore giovanile, Pippo Maniero nel 1990 (a 17 anni) esordisce in serie B con la maglia del suo Padova che sta perdendo 1-0 contro il Pescara. L’incipit è da predestinato, perchè realizza la rete del pareggio e rimane nel giro della prima squadra. Viene convocato nella nazionale Under 21 e, nello stesso anno, debutta anche in A con l’Atalanta, prima di trasferirsi ad Ascoli per fare esperienza. Quando torna a Padova, ci rimane per 3 stagioni consecutive, giocando anche con Del Piero e Di Livio che poi andranno alla Juventus. Nel 1994, i biancorossi vengono promossi nella massima serie: è un campionato storico per i veneti, che conquistano una storica salvezza nel drammatico spareggio vinto ai rigori contro il Genoa. Il miglior marcatore stagionale è Pippo Maniero che, a fine stagione, saluta e si trasferisce prima alla Sampdoria, poi al Verona.

Maniero segna sempre con regolarità ma non mette mai radici e, nel 1997, viene acquistato dal Parma di Carletto Ancelotti. Non una squadra qualsiasi, ma con fuoriclasse del calibro di Buffon, Cannavaro, Thuram, Sensini, Chiesa, Crespo. Il bomber di Legnaro riesce comunque a ritagliarsi il suo spazio, mettendo a segno 4 gol e giocando 6 partite in Champions League. Nel mercato di gennaio arriva l’occasione della vita: per 10 miliardi di lire si trasferisce al Milan di Berlusconi, che cerca un antidoto alla crisi realizzativa di Patrick Kluivert. L’esordio è da brividi: i rossoneri non riescono a sfondare il muro eretto dal Piacenza e Fabio Capello, a venti minuti dalla fine, decide di gettare nella mischia l’ultimo arrivato. Al 90′ Kluivert colpisce la traversa di testa, sulla respinta si fionda proprio Pippo Maniero che non sbaglia e fa esplodere di gioia San Siro.

A giugno, dopo aver segnato altri 2 gol in rossonero, Pippo Maniero riparte dal Venezia del vulcanico Zamparini. All’inizio le cose non vanno benissimo anche per questioni di campanilismo, un attaccante padovano non fa impazzire i tifosi lagunari. Ma poi sboccia l’amore: in 4 anni di permanenza, Maniero realizza la bellezza di 54 reti in 116 partite. Il momento più alto della carriera di Pippo è, probabilmente, il campionato di serie A disputato nella stagione 1998-1999. All’inizio il Venezia stenta e annaspa nei bassifondi della classifica, ma poi prende in prestito Alvaro Recoba dall’Inter e la musica cambia. L’intesa con il bomber italiano è straordinaria: la partita simbolo è la vittoria contro l’Empoli per 3-2, dopo aver rimontato lo svantaggio di due gol. Pippo Maniero segna il gol più bello della sua vita, uno straordinario colpo di tacco su cross del Chino. Guardare per credere.

Dopo Venezia, Maniero continua a giocare con Palermo, Brescia e Torino. Alla fine, saranno ben 15 le maglie indossate in carriera. Nel 2005, da svincolato, firma con i Glasgow Rangers ma, dopo oltre un mese di anonimato e neppure una convocazione in prima squadra, decide di rescindere il contratto. Piovese, Legnarese e Casalserugo sono le ultime tappe da calciatore, prima di appendere gli scarpini al chiodo nel 2010.
Oggi Pippo Maniero è allenatore dell’Aurora Legnaro, squadra che milita nel campionato di Promozione.

LEGGI ANCHE

Html code here! Replace this with any non empty raw html code and that's it.

I PIù LETTI DELLA SETTIMANA