Cosa fanno i presidenti della Serie A?

Dimenticate il Commendator Borlotti, presidente della Società Sportiva Longobarda, mentore (e traditore) dell’indimenticabile Oronzo Canà, capace di sottoscrivere un accordo di sponsorizzazione con il Pastificio Mosciarelli e di acquistare “i tre quarti di Gentile, i sette ottavi di Collovati e la metà di Mike Bongiorno” in cambio della cessione alla Juventus dei gioielli Falchetti e Mengoni.

Dimenticate figure mitologiche come Costantino Rozzi (che dopo aver costruito stadi in mezza Italia rese celebre l’Ascoli e i suoi calzini rossi) o Romeo Anconetani (divenuto famoso per il suo archivio con schede dettagliate su oltre 40mila calciatori e per il gesto scaramantico di spargere sale sul campo prima delle gare del suo Pisa), come Angelo Massimino (per 25 anni alla presidenza del Catania nonostante un rapporto spesso conflittuale con i tifosi) o Antonio Sibilia (per oltre 12 anni ai vertici dell’Avellino con la fama di “mangia allenatori”, nemico dei calciatori “capelloni” e noto spesso anche per gli strafalcioni linguistici).

Scordatevi tutto questo se volete fare una panoramica sui presidenti (e le proprietà) dei club di serie A oggi. Ci troverete manager e imprenditori con fatturati tra i più alti al mondo, professionisti del mondo del pallone e della finanza, investitori anche stranieri attenti al brand, ai bilanci e all’economia. Con meno poesia, magari, meno romanticismo, sicuramente, ma con le capacità giuste che si richiedono ad un calcio sempre più business.

GLI STRANIERI

Steven Zhang, il più giovane (classe 1991), rampollo della dinastia Suning, è il numero uno dell’Inter. L’azienda di famiglia, la seconda società privata più ricca della Cina con un fatturato di circa 70 miliardi, è impegnata nei settori immobiliare, media ed entertainment, investimenti, sport e servizi finanziari ed è proprietaria anche dello Jiangsu nella Chinese Super League. Zhang Jindong, papà del presidente dell’Inter, è passato da un negozio di elettrodomestici nel 1990 ad un impero.
Da est a ovest: arrivano dall’America Settentrionale, con tanti tratti distintivi in comune, James Pallotta e Joey Saputo. Il primo, statunitense con evidenti origini italiane, è presidente della Roma, la controlla da Boston, sede dei suoi affari a stelle e strisce (tra questi, nello sport, anche i Boston Celtics). Il secondo è presidente del Bologna, canadese con radici dirette in Sicilia, imprenditore nel campo dell’industria casearia e nel calcio anche presidente dell’Impact de Montréal, club della MLS americana).

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GLI EX CALCIATORI

L’Atalanta è guidata da Antonio Percassi, già calciatore con l’Atalanta in serie A e B, prima di avviare la carriera da imprenditore nei settori cosmetics, food & beverage, real estate e retail. A capo della società orobica dal 1990 al 1994 e dal 2010 ad oggi. Difensore in campo negli anni ’70, ha dimostrato di saper attaccare negli affari arrivando a guidare una holding da 800 milioni di euro di volume di affari, iniziando dal settore immobiliare e dall’apertura di negozi monomarca per Benetton e Zara.
È stato portiere nelle giovanili del Milan, ma detiene 5070 azioni dell’Inter (dopo aver fatto parte del CdA fino al 2013), Tommaso Giulini, numero uno del Cagliari e ultimo “Premio Scopigno” come miglior presidente dell’anno per la stagione 2017-2018. Classe 1977, il suo nome è legato a Fluorsid Group e Fluorsid Spa, società chimica con sede in Sardegna. Al Cagliari ha dato l’acquisto più costoso della storia (Pavoletti) e la Sardegna Arena.

AL CUOR NON SI COMANDA

Tifano dichiaratamente per altre squadre anche diversi presidenti di serie A. Tra questi il numero uno del Sassuolo, Giorgio Squinzi, e il numero uno del Chievo Verona, Luca Campedelli.
Fondatore della Mapei, azienda leader nel mondo per la produzione di materiali chimici per l’edilizia, presidente di Confindustria dal 2012 al 2016, Squinzi non ha mai nascosto le sue passioni per il Milan e per il ciclismo (la sua azienda ha sponsorizzato per dieci anni la squadra professionistica Mapei-Quick Step).
Maggior azionista dell’azienda dolciaria Paluani, già a 23 anni alla guida dell’azienda di famiglia e del Chievo, Campedelli ha disegnato personalmente alcune divise del Chievo, è un ottimo schermidore ed è simpatizzante di Manchester United e Preston North End.

Andrea Agnelli, presidente della Juventus
Andrea Agnelli, presidente della Juventus

MANAGER D’ITALIA

Alla guida di grandi imprenditori (non solo del calcio ma anche della recente storia italiana) sono affidate molte delle big del campionato italiano.
Andrea Agnelli, amministratore non esecutivo di Exor, prima società italiana (di diritto olandese) e 19esima al mondo per fatturato, controlla la Juventus (assieme a FCA e Ferrari). È appassionato di golf (e non è l’unico) e ha fondato una casa editrice (e non è l’unico).
Paolo Scaroni, banchiere, attuale presidente del Milan per conto della Elliot Management Corporation, tra il 2002 e il 2014 è stato amministratore di Enel e Eni. In passato anche un’esperienza da numero uno del Vicenza.
Mario Cognini è dal 2009 presidente della Fiorentina. Ma la proprietà dei viola resta saldamente nelle mani di Diego Della Valle e Andrea Della Valle, imprenditori che controllano o sono azionisti di colossi come Hogan, Tod’s, Rcs, Mediobanca, Piaggio, Bialetti e Italo e che spesso hanno incrociato gli affari con Urbano Cairo, imprenditore, presidente di Cairo Communication, di Rcs Mediagroup e del Torino.

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VITA DA CINEMA

Massimo Ferrero, produttore e distributore cinematografico, è presidente della Sampdoria (ha interessi anche nel settore caseario per tramite della moglie, nell’immobiliare e gestisce 30 sale cinema a Roma). Ferrero è sicuramente tra i più eclettici del calcio italiano. Se la gioca con Aurelio De Laurentiis che attraverso la Filmauro, società di produzione e distribuzione di film, controlla il Napoli (e da questa estate anche il Bari, battendo nella concorrenza anche altri presidenti di serie A interessati ai galletti). Settore differente ma stesso approccio presidenziale per Enrico Preziosi, campano, fondatore e maggior azionista di Giochi Preziosi e della sua infinita rete di brand (per intendersi seconda azienda europea del settore dopo Lego e quarta a livello mondiale dopo Mattel e Hasbro). È il presidente e proprietario del Genoa. In passato ha ricoperto le cariche omologhe nel Saronno, nel Como ed è stato azionista di minoranza di altre squadre di calcio.

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli (e del Bari)
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli (e del Bari)

UNA SQUADRA NON BASTA

Adl non è l’unico a possedere più di una squadra. Claudio Lotito, proprietario di aziende nel settore pulizie, catering e sicurezza, ha fatto del calcio una vera e propria professione. “Non vendiamo sogni ma solide realtà” ha detto da presidente della Lazio per giustificare un atteggiamento oculato nella gestione. Con il cognato Marco Mezzaroma, detiene al 50% anche la proprietà della Salernitana.
Chi è stato precursore nella gestione di più club è stato, invece, Giampaolo Pozzo. Patron dell’Udinese (il presidente è Franco Soldati) da 32 anni, membro della famiglia fondatrice di un’azienda produttrice di utensili industriali per la lavorazione del legno e di una holding attiva nella produzione e commercializzazione di utensili industriali, è stato anche proprietario del Granada (in Spagna) ed è tuttora presidente del Watford (in Premier League).

STORIE DI PROVINCIA

Nel 2016 Pozzo ha venduto il Granada al colosso cinese Desports Group. La stessa azienda che nel 2017 aveva rilevato il 60% del Parma prima di ridare parti delle azioni indietro (ora ha il 30%, il 10% è nelle mani della public company Parma Partecipazioni Calcistiche) alla Nuovo Inizio. Gruppo di sette imprenditori locali che ad ottobre 2018 ha deciso di affidare la presidenza a Pietro Pizzarotti, uno dei soci e componenti della cordata.
Anche il destino della Spal è legato ad una famiglia di imprenditori del territorio, i Colombarini di Vetroresina spa. Azienda che produce laminati plastici industriali e che da Ferrara si è aperta al mondo con stabilimenti in Brasile e negli Usa. La presidenza della Spal è affidata a Walter Mattioli. Chi è costui? Ha il 10% di azioni della Spal, nel 2012 era al vertice della Giacomense, squadra di Masi San Giacomo, frazione di Ferrara, 700 abitanti verso est e il mare, ovvero il club che fu trasferito a Ferrara in serie C2 e diede così inizio alla nuova scalata della Spal verso la serie A.


Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli da 20 anni, ha ereditato dalla famiglia la passione per il calcio e l’azienda che si occupa di produzione e lavorazione di capi in pelle per i grandi brand della moda.
Profilo più nazionale (e non solo) per il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, che ha dato vita al gruppo industriale Prima Sole Components, attualmente operante nel settore della progettazione e realizzazione di componenti in plastica per l’industria degli autoveicoli, motoveicoli e degli elettrodomestici con numerosi stabilimenti in Italia ed all’estero (ad oggi in Francia, Germania, Slovacchia e Brasile), e che dal 2016 è vice presidente di Confindustria.

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