Zorro Boban duro sul calcio italiano: “Dopo Pirlo il nulla”

Zvominir Boban, ex stella del Milan e della Nazionale croata, è noto per le proprie uscite sempre dirette e mai banali. E anche nel corso dell’ultima intervista a Soccer Illustrated Zorro non si è smentito.

Prima ha voluto dire la sua sulla figura del calciatore di oggi, e su alcuni comportamenti dei tifosi che poco gradisce.

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“I calciatori sono gli idoli dei tifosi e hanno la responsabilità di giocare e comportarsi bene, di impegnarsi al massimo, e dare sempre tutto nel rispetto dei tifosi.

I selfie non hanno preso il posto degli autografi, perché il problema non sono i selfie con i calciatori, ma i selfie durante la partita. Vuol dire che i tifosi non la stanno guardano, e questa cosa mi fa arrabbiare. Il gioco passa in secondo piano. Pensano di essere i tifosi i primi attori allo stadio, mentre i primi attori devono essere i calciatori e il bel gioco. Senza la cultura del calcio giocato perdiamo l’essenza di questo fantastico sport. Tutto deve partire dalla palla che rotola sul campo”.

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L’ITALIA NON HA TALENTI

Un bel pugno in faccia a chi vede il calcio come un semplice baraccone per veicolare sempre nuovi business. Non sono mancate però anche stilettate al nostro pallone.

“I dirigenti dei Club devono sedersi attorno a un tavolo e capire perché non ci sono più talenti. Dopo Pirlo non ho più visto talenti, e questa è una cosa gravissima per il popolo italiano, che ne ha sempre avuti parecchi. Un popolo di geni che da anni ha un problema evidente a livello giovanile. Non devono interessare i risultati collettivi, l’obiettivo deve essere quello di costruire calciatori di grande livello per grandi palcoscenici e questo non succede da parecchio. Il talento va lasciato libero, non si possono trattare tutti allo stesso modo, serve un occhio diverso per alcuni. Se s’imprigiona la fantasia nell’obbligo dell’uno-due e del non cercare dribbling avremo risultati a livello giovanile, ma non i grandi calciatori. Questi sono i semplici e veri problemi del calcio italiano. Se chi amministra viene però da banche o grandi aziende, il sistema non cambierà mai”.

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