Europarlamentare del Partito socialista francese, proprietario dell’Adidas e dell’Olympique Marsiglia a inizi anni ’90 e anche attore. Sono le mille sfaccettature di Bernard Tapie, imprenditore tuttofare ricordato dai più per aver portato l’OM ai vertici del calcio europeo. Ma quello che è emerso dalle ultime clamorose dichiarazioni del suo ex braccio destro rendono il suo personaggio ancora più torbido: il Marsiglia corrompeva gli arbitri e non solo.
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QUEL BRAVO RAGAZZO DI TAPIE
Che Bernard Tapie non fosse uno stinco di santo si sapeva. D’altronde ha avuto diverse condanne penali nel corso degli anni: 2 anni per corruzione nell’Affaire VA-OM. Difatti, nel 1993 corruppe la squadra del Valenciennes per far sì che i marsigliesi vincessero agilmente per concentrare le energie nella finale di Champions League contro il Milan (tuttora ci sono sospetti di doping sui francesi). Nel 1997 viene poi condannato a 18 mesi di carcere per frode fiscale. Infine l’anno dopo viene condannato a 3 anni di carcere e 5 anni di divieto dalle cariche pubbliche per falsificazione e appropriazione indebita di beni aziendali ai tempi dell’OM. Insomma davvero un bel curriculum da far invidia a Lex Luthor.
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IL MARSIGLIA CORROMPEVA GLI ARBITRI E DROGAVA GLI AVVERSARI
A livello calcistico Tapie ha portato il Marsiglia ai vertici del calcio. Durante la sua gestione il club vinse quattro scudetti consecutivi dal 1989 al 1992, una Coppa di Francia nel 1989 e una Coppa dei Campioni nel 1993, dopo essere stato finalista nel 1991. Peccato che queste vittorie siano macchiate da nuove oscure dichiarazioni del suo ex collaboratore Marc Fratani che ha raccontato di cole Tapie fosse solito corrompere gli arbitri (quindi l’affaire VA-OM non è stato una tantum) e che addirittura una volta arrivò a drogare i giocatori del PSG iniettando sostanze psicotrope all’interno delle bottigliette d’acqua. Ovviamente Tapie si è difeso smentendo il tutto. Di certo sulla vita di questo personaggio si può realizzare un film.
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