Per anni, dopo essersi lasciata sfuggire quello che poi si sarebbe rivelato come il miglior terzino sinistro nella storia del calcio (anche se Marcelo del Real Madrid potrebbe insidiare questa valutazione), l’Inter ha cercato in ogni maniera possibile l’erede di Roberto Carlos. E con Gilberto da Silva Melo – che chiameremo solo Gilberto – sembra aver tracciato il profilo perfetto: brasiliano, relativamente giovane ma anche esperto in patria, potenzialmente fortissimo e consigliato addirittura dal Fenomeno Ronaldo. La storia interista di Gilberto però è costellata da fallimenti e incomprensioni, mentre stranamente il resto della sua carriera sarà più felice, soprattutto con la Nazionale verdeoro.
CHE FINE HANNO FATTO, episodio 36: Gilberto
Nato a Rio de Janeiro nel 1976, Gilberto inizia a giocare a calcio nel 1995. Una puntalizzazione doverosa, perché precedentemente si era dilettato nel futsal, ovvero il calcio a 5, portando ovviamente con sé un bagaglio d’esperienza importante a livello tecnico (forse non tattico). Nonostante le differenze, fa bene sia con la maglia dell’America RJ che con quella del Flamengo, prima di passare al Cruzeiro. Gilberto può giocare sia come difensore che come centrocampista e questa sua duttilità attira la curiosità dei nerazzurri che, sotto consiglio di Ronaldo, decidono di prendere il giocatore per aggregarlo alla rosa della stagione 1998-1999. Nel calciomercato di gennaio, dunque, il ragazzo approda a Milano, per cercare di dare un mano e sfruttare i pochi mesi a disposizione per incidere. Purtroppo, il periodo a Milano sarà assolutamente nefasto per Gilberto, che giocherà soltanto 2 partite di campionato (contro la Sampdoria e il Bologna) senza incidere particolarmente. Sarà infatti sostituito in entrambi i match, per poi non essere più schierato da Lucescu.
Lo stesso Gilberto ha più volte parlato del suo trasferimento all’Inter in svariate interviste (quella che citiamo è stata rilasciata a UOL Esporte): “In Italia non sono riuscito ad adattarmi, le cose andarono molto male. Fisicamente ero a posto, stavo anche imparando l’italiano ma quando arrivai l’Inter non stava andando bene e all’interno del gruppo c’erano giocatori dall’ego molto forte. Ronaldo giocava ma era mezzo rotto, poi c’era gente come Zamorano (che non a caso giocava con l’1+8), Pagliuca, Winter e Baggio che amava attirare l’attenzione su di sé. Quando arrivai fui accolto da Zé Elias che mi tenne sotto la sua ala protettiva. L’Inter era reduce da alcune sconfitte e la situazione era molto confusa. A Lucescu piacevano i brasiliani ma per me le cose non andarono bene”.
Così, dopo pochi mesi nerazzurri, Gilberto tornò in Brasile. E la sua carriera prese comunque una piega positiva: prima giocò per Vasco da Gama, Gremio e Sao Caetano, poi tornò in Europa per vestire le maglie di Herta Berlino e Tottenham. Infine, il rientro in Brasile al Cruzeiro prima e poi miliando con Vitoria e America Mineiro. Curioso notare come Gilberto non solo abbia vinto molto in carriera (ben 8 trofei tra club e Nazionale) ma sia riuscito a ritagliarsi una storia parallela più che dignitosa con la maglia del Brasile. Gilberto infatti, nell’arco delle sue 35 presenze con la Selecao, non solo giocò 2 Mondiali (2006 e 2010) ma in uno di questi andò persino a segno (durante il primo, contro il Giappone). Il brasiliano si è poi ritirato nel 2012, appendendo le scarpe al chiodo dopo un’avventura calcistica più che discreta. Ma all’Inter, evidentemente, l’erede di Roberto Carlos potrebbe restare una chimera. E sicuramente lo fu nell’inverno del 1999, nonostante la raccomandazione…Fenomenale.