Il Bomberismo è (anche) donna

Spesso ci si dimentica del rispetto. Non ci si rende conto che la linea di confine tra goliardia e maleducazione, inciviltà e assoluta mancanza di consapevolezza del ruolo che si ricopre è più sottile di quanto si pensi.

Quanto successo in questi giorni per mano del “giornalista”, se così possiamo definirlo, Sergio Vessicchio è sotto gli occhi di tutti e non vogliamo fare ulteriore pubblicità all’accaduto. Già, perché spesso si confonde il Bomberismo con noncuranza delle regole. Delle conseguenze dei propri atti. Si confonde il Bomberismo con la spocchia di fare i gradassi.

Dimenticandosi che uno dei padri fondatori del Bomberismo, sua maestà Bobo Vieri, conciliava una vita (a volte) sopra le righe e sulle pagine di giornali di gossip, ad una carriera da fuoriclasse del calcio.

Il Bomber, quello vero, è chi va oltre gli stereotipi. E in un mondo come quello del calcio moderno, di Bomberissime in rosa ne siamo pieni. Basti pensare alle 22 calciatrici più riserve che hanno riempito lo Juventus Stadium lo scorso weekend per una partita di campionato. Numeri che spesso non si vedono nemmeno nella Serie A maschile. Anche quando i biglietti vengono tirati come caramelle ai bambini. Per anticipare e bloccare possibili futili polemiche.

La solidarietà della FIFA ad Annalisa Moccia, attraverso un tweet della squadra arbitrale femminile a Doha in preparazione dei mondiali

Oppure, restando nel nostro campionato, e andando indietro nel tempo, pensiamo a Cristiana Cini che nel 2003 fece il suo esordio in Serie A con una bandierina in mano durante Juventus-Chievo, sfidando critiche e facili battute incurante di chi, ovviamente, stava perdendo una buona occasione per chiudere la bocca.

Senza dimenticare di citare Bibiana Steinhaus, primo arbitro donna a dirigere una partita in uno dei 5 massimi campionati europei (Bundesliga), nel 2017.

E poi ancora, se si parla di bomberismo in rosa, come non puntare i fari su Barbara Bonansea? Bellissima e fortissima calciatrice della Juventus femminile e della nostra nazionale.

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Classe ’91 che ha sdoganato un po’ la figura della calciatrice, portandola fuori dagli stereotipi. Una donna, ancora prima che giocatrice di calcio, che non nasconde, giustamente, nemmeno un briciolo della sua femminilità e non si vergogna (perché dovrebbe?) a mostrarla sui suoi canali social.

Partenership e collaborazioni con aziende importanti e prestazioni in mezzo al campo che spesso fanno invidia anche ai suoi colleghi uomini.

Una bacheca dei trofei che vanta 3 scudetti, due con il Brescia ed uno con la Juve, 2 Coppe Italia tra le fila delle Leonesse e 3 Supercoppe Italiane sempre alzate per il club bresciano.

Oltre ovviamente a svariati premi individuali che l’hanno resa, per meriti, uno dei volti più importanti della nostra divisione femminile.


Paesi come la Francia, la Germania o l’Inghilterra lavorano al calcio femminile da anni, noi ci stiamo arrivando con la lentezza italiana. Sono sicura che raggiungeremo il loro il livello

ripresa da sportdonna.it

Se non è Bomberismo questo, cos’è?

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