Nell’immaginario collettivo, una volta fatto l’esordio “tra i grandi”, la carriera di uno sportivo professionista, e ancor più quella di un calciatore, sembra essere già segnata. Le possibilità, una volta appesi gli scarpini al chiodo, sono due: o si diventa allenatore o si diventa dirigente, non sono previste terze vie e sopratutto se, ipotesi per i più remota, si decide di abbandonare lo sport ad alti livelli, si entra di diritto nel dimenticatoio del tifoso.
Eppure i casi di ex calciatori che decidono di chiuderla definitivamente con il calcio giocato, per intraprendere strade totalmente nuove, sono moltissimi.
Inutile citare i tantissimi commentatori e telecronisti, saltano subito alla mente quelli nei team Sky e Mediaset, che però hanno scelto in qualche modo di rimanere legati al football.
C’è chi invece ha una storia decisamente interessante da raccontare.
L’ultimo, in ordine di tempo, è quello di Pablo Daniel Osvaldo. Attaccante della Roma, della Juve e dell’Inter, oltre che della nostra Nazionale, che nel 2016 ha deciso di abbandonare il calcio per dedicarsi all’altra sua grande passione, la musica. Attualmente inoltre è impegnato nel programma televisivo Ballando con le stelle.
da Skysport
“Non ero più felice. Io sono uno che vive di sentimenti e impulsività, e nel calcio di oggi non c’è nessuna della due. Mi sentivo un numero, uno che doveva segnare perché altrimenti veniva insultato. Ora sto da Dio anche se mi dicono che sono matto
Viene poi in mente l’esperienza di Mauro Esposito, attaccante di tutto rispetto che appesi gli scarpini al chiodo aveva visto nella moda delle grosse possibilità di business. Barraca, il suo brand. Attualmente comunque pare sia tornato a lavorare sui campi di calcio, come vice allenatore nella primavera del Pescara.
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È stata una idea di mio cugino Francesco, uno che da anni persegue la sua bella esperienza nel campo dell’abbigliamento. Diciamo che noi due siamo come il braccio e la mente: io ci metto l’entusiasmo e le pubbliche relazioni, lui la creatività.
E che dire di un’altra stella passata per la città di Roma, sua maestà Vincent Candela, che una volta ritiratosi dal calcio giocato non ne ha voluto sapere di tornare ad indossare scarpe coi tacchetti. Ma anzi si è dedicato all’altra sua grande passione: il vino!

dal suo sito
Nascere e crescere sui dolci clivi della Francia meridionale, e poi trasferirsi in una tenuta tra Roma ed i Castelli Romani, costituisce di per sé una sorta di “imprinting” enologico: Vincent Candela il vino lo conosce, lo apprezza, lo sa coltivare e degustare, fino a farne dapprima un hobby, poi una vera e propria azienda, grazie alla straordinaria qualità dei prodotti della sue tenute, quella francese e quella italiana.
E poi ancora, Benarrivo e la sua impresa di costruzioni edili, nonno Marco Ballotta e la Geosaving srl (azienda di impianti), fallita purtroppo e che lo ha costretto, passatemi il termine, a ritornare nel mondo del calcio.

Un elenco lungo fatto di storie che si intrecciano e si mescolano. Di esperienze diverse e strade percorse con i grandi stadi, d’Italia e l’Europa, alle spalle. Il calcio è lo sport più bello del mondo, ma non tutti ne restano innamorati. Forse.