Una settimana fa, dopo la prodezza da fermo di Leo Messi, si celebrava il talento del singolo. Oggi, con le finali europee monopolizzate dalle inglesi, si celebra e analizza il movimento.
Non è un segreto che la Premier League sia il campionato più ricco del mondo. Anche i Club di media fascia possono permettersi ingaggi e acquisti molto importanti. Solo un anno fa, ad esempio, Felipe Anderson lasciava il nostro campionato a fronte di un’offerta da 40 milioni per il cartellino e uno stipendio da 3,5 milioni di euro annui da parte del West Ham. Formazione londinese che occupa ora l’undicesima posizione in classifica.
Niente Champions per il Manchester United: crollano incassi e stipendi
GLI SPETTATORI NELLE SERIE MINORI INGLESI, E IN ITALIA
Quello degli introiti non è però l’unico dato che pone il football inglese su un altro livello. Calcio & Finanza ha riportato i numeri sulle presenze allo stadio fornite dalla English Football League, soggetto che gestisce i campionati di seconda, terza e quarta divisione.
Nella stagione 2018/19 questi tre campionati hanno raggiunto la cifra record di 18,3 milioni di spettatori. La sola Championship, equivalente della nostra Serie B, ha visto 11 milioni di presenze negli stadi. La Serie B italiana, invece, non arriva ai 2 milioni e mezzo.
L’Aston Villa, prima squadra per spettatori in Championship, conta 828.000 spettatori. Giocasse nella nostra Serie A si piazzerebbe al secondo posto dietro solamente alle milanesi.
Soldi, visione, programmazione, ma anche passione. Il calcio allo stadio resta Oltremanica una liturgia insostituibile.