Marcello Lippi è da poco tornato sulla panchina della Nazionale cinese, pare con un contratto da sogno, multi milionario. Il suo obiettivo sarà uno, la qualificazione ai Mondiali 2022, o almeno, questo è il sogno di Xi Jinping, Presidente della Repubblica cinese, che vuole trasformare il Team Dragon in una potenza calcistica mondiale.
LEGGI ANCHE: La squadra di Cannavaro vince 5-0, il Beijing Renhe schiera tre portieri
Facile verrebbe da dire, ma si tratta pur sempre della Nazionale cinese, qualificatasi una sola volta nella sua storia per la Coppa del Mondo, quella del lontano 2002. E Lippi lo sa bene, i cinesi hanno saputo imitare ogni cosa dal mondo occidentale, ma i piedi buoni, quelli ancora no.
Decide così di aprire le porte agli “stranieri” e convocare, per la prossima gara con le Filippine, il primo giocatore naturalizzato nella storia del calcio cinese, Nico Yennaris. Ventiseienne, nato a Londra da madre cinese, si è formato nelle giovanili dell’Arsenal e a gennaio è approdato a Pechino, al Beijing Guoan. In tempo record ha ottenuto la cittadinanza mandarina e gli hanno cambiato nome in Li Ke. Non è l’unico, sotto osservazione c’è infatti John Hou Saeter, centrocampista norvegese, naturalizzato e ribattezzato Hou Yongyong.

Già ad aprile, in Cina, si era aperto un dibattito sui calciatori cosiddetti oriundi. Fino a che la Federazione-Partito del calcio cinese non ha emesso una direttiva per i club che hanno giocatori in procinto di cambiare cittadinanza. Le squadre devono organizzare, per questi calciatori, corsi di educazione patriottica, insegnare loro i sani valori del Partito comunista, la storia e le teorie alla base del partito stesso. Devono inoltre apprendere la lingua, la cultura e il simbolismo generale del paese. Una volta ottenuta la cittadinanza cambieranno anche nome.
Riusciranno Lippi e gli oriundi in questa mission impossible?