Ci sono Club davvero speciali. Uno di questi è senza’altro l’Athletic Bilbao. Sulle sponde del fiume Ibaizabal le storture del moderno calcio sembrano non poter proprio trovare posto. Come sappiamo il Club basco si è autoimposto di tesserare solamente calciatori provenienti dall’Euskadi (i Paesi Baschi appunto) o dalla vicina regione della Navarra. Un limite territoriale clamoroso se pensiamo all’ormai totale assenza di confini del pallone.
Una scelta identitaria che ha due sfaccettature. Da una parte l’impossibilità di godere delle giocate di grandi talenti stranieri e nazionali, dall’altra parte la sicurezza di non perdere mai lo spirito battagliero del Club. Chi indossa la maglia dell’Athletic di fatto difende l’onore di un territorio. Il proprio territorio. Iker Muniain ha rifiutato ogni offerta dalla Premier, e la stella Inaki Williams ha firmato un prolungamento del contratto di addirittura 9 anni.
L’Athletic non è mai retrocesso in seconda divisione, ma nella passata stagione si è trovato in posizione di forte rischio. Terzultimo dopo 14 partite vedeva il baratro di un storico insuccesso, fino a quando l’arrivo sulla panchina del basco Gaitzka Garritano ha sistemato le cose.
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Dalla zona retrocessione al primato in classifica. L’Athletic del miracolo Garritano
Garritano ha cambiato tutto, senza cambiare niente. 5 cessioni e 0 acquisti. Ma come magicamente accade alle squadre che sanno stringersi nel momento più difficile la risalita è stata entusiasmante. L’Athletic ha fatto del San Mames un fortino invalicabile risultando imbattuto per 17 partite consecutive, come non accadeva da 19 anni.
I baschi sono solidissimi in difesa. Dopo aver chiuso la stagione 2018/19 a un passo dai preliminari di Europa League, ora guidano la classifica della Liga, con sole 6 reti all’attivo, a quota 11 punti insieme al Real Madrid. Più di un semplice Club, decisamente.
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