Ora è ufficiale, gli Europei si giocheranno nel 2021. Stessa data, l’11 giugno, e stesso luogo, Roma, per la cerimonia d’apertura ma a distanza di un anno. Le soluzioni non erano molte, con lo slittamento di Euro2020 potranno concludersi campionati e coppe entro l’estate, o almeno, così si spera. A Nyon ci vanno cauti, rispetto a qualche settimana fa, e studiano le diverse ipotesi sulla ripresa. L’idea più positiva vede un ritorno in campo per aprile, quella più negativa a giugno, ma non si esclude che si possa tornare alla normalità anche a maggio inoltrato. Sembra esclusa invece la possibilità di non assegnare le coppe, la finale di Champions League e quella di Europa League ci saranno.
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Finale Champions League il 27 giugno
Il tutto dipenderà sempre e solo dal coronavirus. Ma la Uefa prova già a fissare delle date sul calendario. La prima è il 27 giugno, scelta per un’ipotetica finale di Champions League. Giorno diverso ma stesso posto, lo Stadio olimpico Atatürk di Istanbul. Per l’Europa League si parla invece del 24 giugno. Match che andrà in scena sempre in Polonia, a Danzica. L’ultima settimana di giugno sembra la scelta più probabile per completare le due competizioni continentali. Nel frattempo, dopo l’annuncio del rinvio dell’Europeo, il presidente UEFA Aleksander Ceferin ha rilasciato alcune dichiarazioni in una nota ufficiale:
“Siamo al timone di uno sport in cui un gran numero di persone è stato messo a terra da questo avversario invisibile e in rapido movimento. È in questi momenti che la comunità calcistica deve mostrare responsabilità, unità, solidarietà e altruismo. La salute dei tifosi, dello staff e dei giocatori deve essere la nostra priorità numero uno e, in questo spirito, la UEFA ha presentato una gamma di opzioni in modo che le competizioni possano finire in questa stagione in sicurezza e sono orgoglioso della risposta dei miei colleghi nel calcio europeo. C’era un vero spirito di cooperazione. Spostare Euro 2020 comporta costi altissimi per l’Uefa, ma faremo del nostro meglio per evitare che il calcio giocato, il movimento femminile e lo sviluppo del gioco nei nostri 55 Paesi ne possano risentire. Il bene del calcio europeo ha superato ogni discorso legato ai profitti”.