Willy Sagnol è uno di quei difensori arcigni e spigolosi, nazionale francese e colonna del Bayern Monaco del primo decennio degli anni 2000. I tifosi del Bayern lo chiamavano Flankengott, il dio del cross, per la sua capacità di calibrare, dalla sua amata fascia destra, traversoni forti e precisi per i compagni d’attacco. Parlando sulle frequenze di Radio Montecarlo Sagnol ha raccontato di non aver parlato all’attuale allenatore del Real Madrid Zinedine Zidane per oltre due anni. Il motivo è presto spiegato.
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Quasi 200 presenze con il Bayern Monaco, con cui ha vinto praticamente tutto tra il 2000 e il 2008, dopo gli esordi in Francia prima al Saint Etienne e poi al Monaco. 58 presenze con la maglia della nazionale francese e un grande cruccio Blues: quel Mondiale sfuggito di mano in finale ai rigori contro l’Italia nel 2006. Una partita che è rimasta impressa nella mente del difensore francese, a tal punto che dopo quei 120 minuti non ha parlato all’amico e compagno di squadra Zinedine Zidane per oltre due anni. Forse qualcuno si ricorderà cosa combinò il fenomeno transalpino in quella notte di Berlino. Prima il rigore alla Panenka con cui portò la Francia in vantaggio, poi quella testata a Materazzi nel secondo tempo supplementare che diede una grossa frenata ai sogni di gloria dei nostri cugini d’Oltralpe. Un gesto, quello di Zidane, che Sagnol ha fatto molta fatica a dimenticare.
Sagnol e quella testata di Zidane
“Di quella notte ho due ricordi nitidi e ben distinti” – racconta Sagnol a Radio Montecarlo. “Da una parte l’euforia del rigore alla Panenka calciato da Zidane, un momento in cui ho pensato che lui fosse veramente un pazzo. Dall’altra quel suo gesto nel secondo tempo supplementare“. Un gesto, quella famosa testata, che ha scioccato tutto il team francese, sconfitto poi nella lotteria dei calci di rigore dalla nazionale italiana. L’ex Bayern ha raccontato i momenti seguenti al fischio finale: “Tu entri negli spogliatoi, dopo una sconfitta, e vedi un ragazzo (Zidane ndr) che parla e si scusa per ciò che ha fatto. Ma non vuoi ascoltarlo, sei nel tuo mondo di delusione personale. Non ho accettato le sue scuse, non volevo parlargli. Sono dovuto andare in bagno e fumarmi 250 sigarette in dieci minuti…“.
Un silenzio lungo due anni
Quella notte di Berlino ha lasciato il segno nel rapporto tra i due compagni di Nazionale, come sottolineato dallo stesso Sagnol: “Non ci siamo parlati per quasi due anni. Poi nel 2008, dopo il campionato europeo, ho deciso di sposarmi, e mia moglie mi ha detto di invitare anche Zidane, quindi l’ho richiamato. Non poteva venire alla festa dopo il matrimonio, ma sono stato felice di vederlo la mattina. Abbiamo fatto un aperitivo insieme e abbiamo parlato a lungo. Da lì è ricominciato il nostro rapporto“. L’aperitivo della pace, dopo due anni di silenzi e rancore. Chissà se avranno anche parlato di quella sciagurata notte in cui il cielo divenne azzurro sopra Berlino…