Cristiano Ronaldo sarà il primo calciatore a guadagnare più di un miliardo in carriera. Ma se vi chiedessi chi è lo sportivo più ricco della storia, quale sarebbe la vostra risposta? Floyd “Moneymaker” Mayweather Jr? No, risposta sbagliata. Tiger Woods, il primo sportivo a raggiungere 1 miliardo? No, sorry (metà sono andati a coprire le spese legali.) Sua maestà Michael Jordan con 1.7 miliardi? No. Beh a dire il vero, secondo Forbes MJ occupa il secondo posto nella classifica. Tuttavia è lontano anni luce dal leader, dal paperon dei paperoni degli sportivi, che tra l’altro è proprio connazionale di CR7: Gaius Apuleius Diocles. Neanche Leo Messi ha mai guadagnare così tanto…
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Lo sportivo più ricco della storia: Gaius Apuleis Diocles
Se a voi Millennials e GEN Z il nome non dice nulla, non vi preoccupate, probabilmente neanche i vostri nonni lo hanno mai sentito. Infatti Gaio compirebbe oggi circa 1914 anni. Nato in Lusitania, l’odierno Portogallo, Gaio Apuleio Diocle è stato il più grande auriga di tutti i tempi. Una star sensazionale capace di far impazzire l’intera Roma. E non stiamo parlando dell’Olimpico, dell’Old Trafford e nemmeno del Camp Nou, ma del Circo Massimo, il centro dell’entertainment romano, il cuore pulsante dell’impero che ospitava oltre 250.000 persone durante le settimanali corse delle bighe. 3 San Siro e un Paolo Mazza pieni di tifosi pronti ad impazzire durante le corse.
Ma lasciatemi raccontarvi la storia dell’atleta che in sé racchiude un po’ di Ronaldo, Messi, Valentino Rossi, ma che da solo ha accumulato più di 5 volte il patrimonio di tutti questi atleti messi insieme. Gaio Apuleio Diocle nasce nel 104 d.C. a Lamecum, capitale della Lusitania, provincia dell’emerita Augusta (oggi Portogallo), figlio di un piccolo imprenditore nell’industria dei trasporti. In giovane età, si trasferisce proprio in Ilerda, l’attuale Catalogna, dove mostra subito il suo talento nella ‘cantera’ dei corridori di bighe e quadrighe (quest’ultima era la sua specialità).
Dal Portogallo all’Italia
Ancora teenager venne chiamato per il debutto nella serie maggiore, nientepopodimeno che la ‘Serie A’ di Roma. Nella Capitale venne soprannominato il Lameco (per risalire al motivo – la sua città natale – non serve certo una storia di Federico Buffa, ma qualora l’avvocato voglia approfondire…). A Roma iniziò a gareggiare per la fazione dei bianchi, che solitamente raggruppavano giovani aurighi dai ceti meno abbienti. Le fazioni funzionavano in modo simile alle scuderie di Moto GP dei giorni d’oggi, con grandi investimenti in moto (cavalli), tecnologia (equipaggiamento) e allenamento dei loro piloti (aurighi).
Mostrando un talento fuori dal comune, venne subito chiamato dai Verdi, la scuderia più popolare e con più tifosi dell’intero impero. Ad appena 24 anni gli si spalancano le porte del successo. Dopo soli 3 anni arricchiti da numerose vittorie, decise di andarsene e unirsi ai rossi, in un trasferimento che farà molto discutere nell’antica Roma. Eh già, perché anche senza Di Marzio e Bargiggia il calciomercato esisteva anche ai quei tempi. Mentre le corse di bighe erano il classico argomento da bar tra latte, pane e fichi (ancora la brioche e il cappuccio non erano stati inventati.)
Da notare che i tifosi durante le gare mangiavano e bevevano in eccesso, abbondavano riti scaramantici, gli scontri e risse pre-giochi venivano considerati tipici del ‘furor circensi’ romano – e secondo quel vecchio lupone di Ovidio, avere un bel posto al Circo Massimo era un’ottima maniera per fare colpo sulle ragazze romane. Aò, poi mica erano tanti diversi questi romani!
Lo sportivo più ricco della storia ma anche il più bomber
Quando Churchill disse che “gli italiani perdono guerre come se fossero partite di calcio, e partite di calcio come se fossero guerre”, non aveva fatto i conti col fatto che è qualcosa che abbiamo nel sangue da più di 2000 anni. I nostri avi perdevano corse di bighe come se fossero guerre, e perde…no, i romani non perdevano tante guerre, per lo meno non in quel periodo visto che siamo nei primi decenni del secolo d’oro.
Torniamo alla nostra storia. Gaia Apuleio dai verdi ai Rossi; antecedente del caso Higuain? Non proprio. Traferendosi ai Rossi, Gaio si unì ad un team meno ricco e più debole, mosso da un solo obiettivo: gloria e fama eterna. L’auriga lusitano voleva dimostrare all’intero impero romano di essere il più forte di sempre. Neanche a dirlo, in più di 15 anni coi Rossi centrò l’obiettivo con successo e incontrò una fama e ricchezza senza paragoni. Se Cassano ha avuto più di 700 donne nella sua vita, non oso immaginare il nostro Gaio, con i suoi lunghi ricci, e una forza e fama semi-divina. Bomber d’altri millenni.
Il Valentino Rossi delle bighe
4257 corse, 1462 vittorie e 1438 podi (maggior parte piazzandosi sul secondo gradino) in una carriera lunga 24 anni. Ed è proprio questo il dato più spaventoso. Diocle si ritirò a più di 40 anni ed è proprio a lui che forse Valentino si vuole ispirare. Purtroppo, anche Apuleio perse amici e colleghi, è importante ricordate che le corse delle bighe e quadrighe erano spesso mortali, non c’erano regole e tutto era ammesso. Tra l’altro proprio come il Dottore a Laguna Seca, Gaio era famoso per le sue rimonte e sorpassi decisivi all’ultimo secondo che lo regalarono ancora di più alla leggenda.
Tuttora ci si chiede perché si sia ritirato così tardi vista l’ingente somma messa da parte, ma come precisa il Professor Peter Struck dell’Università di Chicago, “l’avidità, la ricerca di fama e successo, non sono solo comuni ai nostri giorni, sono tipiche del genere umano. Le persone vogliono avere approvazione sociale, rispetto e soldi, sempre più soldi”. Gaio Apuleio era il migliore e il più amato al mondo e una delle persone più ricche dell’intera Roma…perché smettere?
Lo sportivo più ricco della storia: ma quanto ricco?
Ah, siamo arrivati alla fine e ancora non vi ho detto quanto ricco, scusatemi, mi ero fatto prendere dalla storia.
Secondo un’iscrizione monumentale fatta erigere dai colleghi e fan il giorno del suo ritiro nel 146 d.C, Gaio avrebbe accumulato la bellezza di 35,863,120 sesterzi in montepremi a seguito delle sue vittorie. Secondo le stime del Professor Struck, stiamo parlando di una cifra tale da coprire l’intera scorta di grano di Roma per un anno. Di pagare un quinto dei costi militari di tutti i soldati romani nel periodo di massimo splendore dell’impero; cifra che al giorno d’oggi ammonterebbe a 15 miliardi di dollari. Solo da vittorie, niente pubblicità di Loreal o foto su instagram.
Che dire, difficile anche per CR7 da raggiungere…Cristiano, sfida accettata?
Articolo a cura di Giovanni Solazzi
Revisione di Fabrizio Piepoli