Dopo l’esperienza italiana con la maglia del Milan, Ronaldinho decise di far ritorno in Brasile accettando la corte del Flamengo. Correva l’anno 2011. In pochi sanno però che per accettare la corte della squadra di Rio de Janeiro il fenomeno brasiliano fece delle richieste ben precise. Questa la storia dell’incredibile clausola fatta inserire da Ronaldinho nel suo contratto con il Flamengo.
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Durante il mercato invernale del 2011 il fenomeno brasiliano Ronaldinho decise di lasciare il Milan dopo due stagioni e mezzo per fare ritorno in patria. Nell’estate 2010 il Milan aveva scelto Massimiliano Allegri come nuovo allenatore: il sistema di gioco del tecnico toscano, unito a qualche uscita notturna di troppo del fantasista ex Barcellona, avevano fatto finire Ronaldinho ai margini del progetto rossonero. Quasi scontata dunque la decisione di cambiare aria, e tornare nel suo amato Brasile. L’offerta del Flamengo arrivò con una tempistica perfetta, ma il giocatore prima di accettare le avances del club di Rio de Janeiro pretese che nel contratto fosse inserita una clausola ben precisa. E totalmente fuori dalle righe, in tipico stile Ronaldinho.
Ronaldinho e la clausola nel contratto col Flamengo
Ronaldinho mise la firma su un contratto da 100 milioni di Real (45 milioni di euro) per 4 anni, a condizione dell’inserimento di quella clausola. La richiesta del brasiliano era molto semplice, e al tempo stesso completamente assurda: la clausola “nightclub“, così come è stata ridefinita da alcuni media. In pratica il Flamengo da contratto doveva permettere a Ronaldinho di far festa fino a tardi due volte a settimana. E questo sia in presenza che in assenza di allenamenti o partite nel giorno successivo. Il Flamengo era così entusiasta di mettere l’asso verdeoro sotto contratto che accettò senza problemi l’assurda e bizzarra pretesa. Il rapporto tra Ronaldinho e il club si concluse un anno e mezzo dopo. Nel mezzo continui ritardi agli allenamenti, assenze, ma anche 28 goal e le solite grandi giocate. A Maggio 2012 il giocatore rescisse dunque con il club intentando una bella causa per stipendi non pagati. Un epilogo più che preventivabile…