Siviglia back to the ’80s, nasce la Società Sportiva Sabrina Salerno

Il calcio ha sempre avuto un posto per i miti. Ci sono gli eroi come Aiace (Ajax) o le eroine della mitologia greca come Atalanta, ma i tempi cambiano e i miti anche. Ecco allora che nasce un club con il nome di una dea, o meglio una musa, abbastanza particolare. È stata creata infatti la Società Sportiva Sabrina Salerno e non Italia, ma in Spagna, più precisamente a Siviglia. Un gruppo di giocatori amatoriali di calcio a 7 ​​ha deciso di fondare una nuova squadra che prende proprio il nome dalla famosa cantante di Genova. La società non ha ancora debuttato sull’erba sintetica, ma si iscriverà presto a un campionato di calcio amatoriale a 7 della capitale andalusa.

Siviglia back to the ’80s, nasce la Società Sportiva Sabrina Salerno

La Salerno, come spiega Marca, è un mito in molti paesi del mondo e con la sua “Boys Boys Boys”, così come con gli altri successi, ha conquistato milioni di adolescenti negli anni ’80. E, proprio per questo, secondo alcuni ragazzi di Siviglia meritava un tributo: “Siamo tutti degli anni Ottanta e crediamo che Sabrina Salerno abbia meritato un tributo, sentito e sincero, per la sua musica, per la sua bellezza e perché è apparsa nelle nostre vite proprio nello stesso momento in cui stavamo calciando un pallone per la prima volta. Lo siamo anche noi, tifosi del calcio italiano ed è stato un modo per chiudere il cerchio”. Il logo del club prevede un disegno stilizzato della 52enne, con il classico costume dei suoi video, su uno stemma colorato d’azzurro. 

Un omaggio all’Italia arriva anche nel motto ‘Gloria e disordine’: “La gloria già ce l’abbiamo, il disordine arriva quando comincia a rotolare il pallone” spiega uno dei giocatori. Lo scudo è stato disegnato da Sergio Cortina e si è ispirato agli scudi del calcio italiano. Anche le magliette sono prodotte da un’azienda italiana, la Givova, e sono già molto richieste su Twitter: “Sono stati fatti per noi da Givova. È un marchio italiano, tra l’altro, ha lavorato con molto affetto e cura, ma non sappiamo se possiamo venderli”. Ora non resta che creare il disordine con il pallone e rendere onore, in campo, alla loro musa ispiratrice.

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