È stato il presidente della FIGC tra il 2014 ed il 2017, quando nel mese di Novembre decise di dimettersi in seguito alla clamorosa esclusione della Nazionale Italiana dai Mondiali di Russia del 2018. Carlo Tavecchio è un personaggio spesso osteggiato e criticato dal mondo del calcio, ma è un fine conoscitore delle sottili dinamiche che circondano l’italico pallone. E parlando alla trasmissione 1 Football Club di 1 Station Radio, l’ex numero uno federale ha fatto una previsione decisamente poco rosea per il futuro del calcio italiano.
Il pessimismo di Tavecchio
L’ex presidente federale Carlo Tavecchio non ha nascosto la sua preoccupazione riguardo i problemi ed il futuro del calcio italiano: “In ogni sistema, che sia di natura sportiva, politica o amministrativa, subentra l’economia“, ha spiegato l’ex numero uno della FIGC. “Il problema del calcio è che le società calcistiche non hanno più soldi, e se continuano a spendere più di quello che incassano, andremo incontro ad una catastrofe come il Titanic. Bisogna ridisegnare l’idea di calcio, tagliare le provvigioni ai procuratori e la fuoriuscita di fondi dalle società per spese futili. Il problema è economico e non strutturale anche per quanto riguarda gli stadi“.

Tavecchio ha detto la sua anche riguardo il recente caso delle plusvalenze sospette: “Ognuno firma il proprio bilancio e si assume le proprie responsabilità, poi c’è la Covisoc che monitora il tutto. Se qualcuno ha fatto illecito, ne pagherà le conseguenze. Fin quando si andrà avanti senza professionalità, ci si scontrerà con queste situazioni“. Poi sul fenomeno delle multiproprietà: “Una concessione, a suo tempo, che tutti avevano sottoscritto: quando un soggetto è proprietario di una squadra di Serie B dovrebbe già attrezzarsi per venderla, visto che c’è la possibilità di essere promossi in Serie A“.

E proprio riguardo quest’ultimo fenomeno, l’ex presidente federale ha puntato il dito contro Claudio Lotito, un tempo suo braccio destro: “Non posso entrare nella sua testa, né nelle sue scelte, ma so per certo che la regola avrebbe imposto la cessione senza alcun escamotage come il trust. Il popolo di Salerno merita che la propria squadra militi nella massima serie, perché se la sono guadagnata sul campo, ma io non avrei concesso proroghe sulla cessione della società“.
Infine una battuta sul Var: “Il Var l’ho portato io in Italia, dopo che Blatter mi aveva dato tutte le facoltà. Grazie alla tecnologia abbiamo ridotto del 90% gli errori, più si andrà avanti e più si migliorerà, bisogna avere pazienza. Roma-Napoli? Non mi piace commentare le scelte degli arbitri, ho cose migliori a cui pensare“.