Falso in bilancio e plusvalenze gonfiate per 282 milioni in 3 anni, su questo sta indagando in queste ore la Procura della Repubblica di Torino. La Juventus è al centro di un vortice mediatico che non si vedeva dai tempi di calciopoli. Indagati il presidente Agnelli, il vicepresidente Nedved, l’ex ds Paratici, l’allora dirigente Marco Re e i due chief financial officer (in tempi diversi) Stefano Bertola e Stefano Cerrato. Emergono anche le prime intercettazioni.
Falso in bilancio e plusvalenze Juve, ecco le prime intercettazioni
“Tutta la m*** che sta sotto che non si può dire“ si sente in un’intercettazione relativa alla situazione ammortamenti e alla previsione di budget che fa definire la Juventus “una macchina ingolfata”. Nelle intercettazioni spunta anche il nome dell’ex ds Paratici, oggi al Tottenham: “Hanno chiesto di fa’ plusvalenze. Che almeno Fabio, dovevi fa’ plusvalenze e facevi plusvalenze“. Si parla più volte di “sistema Paratici”, ma i pm di Torino che stanno investigando precisano che Andrea Agnelli sapeva tutto ed era consapevole delle conseguenze finanziarie nefaste che queste operazioni avrebbero portato.

Diverse sono le operazioni di calciomercato citate nel decreto di perquisizione dei pm torinesi inerenti “cessioni di giovani calciatori con corrispettivi rilevanti e fuori range” alla “scrittura privata” sulle retribuzioni arretrate di Cristiano Ronaldo e di una “carta famosa che non deve esistere tecnicamente“. E sempre tra le scritture private si indaga su quella attestante un “obbligo non federale” a carico dell’Atalanta, nell’ambito della doppia operazione di trasferimento di Demiral e Romero della scorsa estate.
