Giroud spiega i tanti stop e avverte: “Ho una malattia neuromuscolare. Ambientamento in Italia? Facilitato da mia nonna”

L’attacco Giroud Ibrahimovic faceva sognare i tifosi del Milan l’estate scorsa. Ma le cose non sono andate come sperato, anche a causa dei tanti stop del francese che non è riuscito a dare continuità. In un’intervista al canale youtube Colinterview – Oh my Goal, l’attaccante ex Chelsea ha spiegato l’origine del suo male.

Giroud racconta di avere una malattia neuromuscolare

Senza troppi giri di parole, Giroud spiega il problema che lo tormenta da inizio stagione: “Ho avuto dei problemi fisici non usuali nella prima parte di stagione: ho contratto il coronavirus a settembre dopo essere partito bene e poi ho avuto problemi alla schiena. È una malattia neuromuscolare che accentua tutta l’infiammazione nel tuo corpo e ho avuto problemi alla schiena. Ho forzato e mi sono fatto male tre giorni dopo la negatività. Ero in gruppo per andare ad Anfield in Champions League, sono tornato e mi sono fatto male. I dolori sono durati sei settimane e non ho giocato per un po’. Dopo di che ho avuto problemi alla caviglia e all’ischio per un mese. Ora mi sento molto bene, ho la possibilità di giocare senza dolore ed è un lusso quando sei un giocatore professionista e soprattutto hai 35 anni”.

Ambientamento in Italia facilitato dalla nonna

Giroud ammette di essersi subito ambientato in Italia: “Entrare in contatto con gli altri è stato facile per me conoscendo un po’ l’italiano grazie alle origini da mia nonna. Conoscevo un po’ di parole e questo è importante. La mia integrazione è stata favorita anche dal fatto che ci sono diversi giocatori che parlano francese, ho trovato dei ragazzi che conoscevo e alla fine quello che il mister mi chiede in campo è una cosa non troppo complicata per me, perché so che cosa si aspetta da me e che cosa devo fare. Si tratta più di adattarsi agli arbitri che hanno la tendenza a fischiare per contatti più leggeri rispetto a quello che fanno in Premier League”. 

Chiosa finale sul rapporto con Ibrahimovic: La vedo come una sfida, qualcosa che mi spinge ogni giorno. È un’opportunità averlo come mio partner, per imparare qualcosa in più. È un esempio per tanti attaccanti e quando ero giovane lo amavo, sia in campo che per il suo carattere forte, sia per il fatto di essere esigente ogni giorno con se stesso e con gli altri. È una sana competizione tra di noi”.

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