Non è stata di certo un’annata facile per la Uefa, tra la crisi dovuta alla pandemia da Covid e lo spettro della Superleague. Ma quando le cose sembravano essere quasi tornate alla normalità, a rendere (è proprio il caso di dirlo) indigesto l’inizio 2022 al maggior organo del calcio europeo è stata una pizza. O meglio, il nome scelto da un fornitore di pizze tedesco per una delle sue specialità, la Champignons League.
La Uefa fa causa a una pizza?
La Uefa ha confermato che i suoi avvocati locali per i marchi hanno scritto a Pizza Wolke, un fornitore di ristoranti e pizze a Giessen, in Germania. Il motivo? L’azienda tedesca ha chiamato una delle sue specialità con un nome un po’ troppo simile alla massima competizione europea, la Champions League. Ed ecco che la Champignons League, ricoperta appunto di funghi Champignons, ha rischiato di far scoppiare un vero e proprio Pizza-gate. Tuttavia poi la Uefa ha rilasciato una dichiarazione in cui ha smorzato i toni.

“Chiaramente alcune persone stanno facendo un pasto di questa storia”, ha spiegato il massimo organo del calcio europeo in una nota. “La Uefa ovviamente prende sul serio la protezione della sua proprietà intellettuale, ma questo sembra essere il caso di un agente locale troppo zelante che agisce troppo frettolosamente. La Uefa Champions League può vivere felicemente accanto a questa pizza dal suono delizioso“.

L’organo di governo aveva scritto a Pizza Wolke “invitandoli educatamente a ritirare la domanda di marchio per evitare lunghi procedimenti di opposizione presso l’ufficio marchi tedesco“. Ma poi la Uefa ha spiegato che “nessuna azione legale è stata intrapresa dalla Uefa contro questa entità. Questa questione non riguarda l’uso da parte di una piccola pizzeria del nome ‘Pizza Champions (o Champignons) League’. Si tratta di una domanda di marchio molto simile a ‘Champions League’ da parte di un ente commerciale“.
