Lunga intervista al sito ufficiale della Fiorentina per Alfred Duncan, che tra i vari temi si sofferma anche sul razzismo. Solo alcuni giorni fa, dopo il successo per 1-0 del Milan a Cagliari erano partiti cori contro Maignan e Tomori. Sul caso, il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chiné, ha aperto un’inchiesta. E ora, a parlare di razzismo ci pensa anche il centrocampista del club toscano.
Duncan: “Il razzismo? Esiste anche tra calciatori. Per me non finirà mai”
Secondo il giocatore, si tratta di un fenomeno radicato in tutto il mondo, ma alcuni non lo fanno per cattiveria. Inoltre, spiega Duncan, non coinvolge solo i tifosi: “In tutto il mondo il razzismo è radicato, quando analizziamo tutte queste sceneggiate razziste. Alcuni tifosi non lo fanno per cattiveria, ma per dare fastidio ai giocatori avversari. E lo fanno anche alcuni giocatori nei confronti di altri giocatori. Lo fanno perché alla fine non hanno niente di diverso. Siamo in campo e in quel momento l’unica cosa che può dirmi per darmi fastidio è quello”.
Poi, però, ci sono anche i maleducati: “Poi ci sono gli ignoranti, senza educazione. Ma non per colpa loro. E questa cosa io continuo a ribadirla. Allo stadio trovi il padre che dice certe cose, e fa certi gesti davanti al bambino, che impara e cresce facendo ciò che fa il padre. È inevitabile. Il bambino cresce imitando il genitore. Le persone fanno quello che fanno prendendolo dai genitori. Quello che insegni ai bambini sono i valori che si porteranno dietro tutta la vita. I bambini devono ragionare con la loro testa, facendo la cosa giusta, e io cerco sempre di insegnarlo. L’educazione per me è alla base di tutto questo. Quindi che uno lo faccia apposta, o che lo faccia per dare fastidio, per me il razzismo non finirà mai. Ci sono tante misure per diminuirlo, ma non vengono implementate”.
Il 29enne parla anche delle discriminazioni subite in prima persona da altri giocatori: “A me è capitato tante volte di subire certe cose razziste anche dai giocatori, e non posso reagire. O meglio, potrei reagire, ma da fuori nessuno vede o sente ciò che mi è stato detto, e se andassi a parlare dopo mi direbbero ‘no, non ho detto così’. A chi credono? È la mia parola contro la sua. Reagire non è facile, e quando reagiamo qualcuno pensa che facciamo le vittime, ma non è così. Non è facile venire umiliato e abusato, fa male”.
Duncan sottolinea infine che un uomo deve essere giudicato per la persona che è: “Siamo tutti diversi in questo mondo, ma siamo tutti uguali. Viviamo nello stesso pianeta, ma qualcuno ti vede diverso solo per il colore della pelle. Uno deve essere giudicato per la persona che è, non un’altra cosa. Io posso solo andare avanti, per me non finirà mai. C’era 100 anni fa, siamo nel 2022 e continua a succedere, vuol dire che andrà sempre avanti così”.