Kjaer vince il premio dedicato a Davide Astori: “Orgoglioso di onorare il suo nome”

La FGIC ha assegnato a Simon Kjaer il premio “Davide Astori” per aver contribuito a salvare la vita a Eriksen. “Ricevere il premio dedicato a Davide significa molto, mi rende felice e orgoglioso; per me è un’opportunità di onorare il suo nome”.

Kjaer premiato per aver salvato la vita a Eriksen

Il difensore danese Simon Kjaer entra ufficialmente nella “Hall of fame del calcio italiano” con l’assegnazione del premio dedicato a Davide Astori. Il merito riconosciuto al calciatore del Milan è quello di aver contribuito in modo significativo al soccorso di Christian Eriksen, suo compagno di squadra nella Danimarca, dopo l’arresto cardiaco avvenuto in campo durante la partita di Euro2020 contro la Finlandia. La Figc ha premiato Simon per il suo pronto intervento nei confronti del compagno di nazionale.

Kjaer e i compagni si stringono intorno a Eriksen

La dichiarazione di Kjaer dopo aver ricevuto il premio: Ricordo molto bene Davide in campo e ovviamente ricordo bene anche la sua tragica fine. Sia Pioli sia i miei compagni mi hanno parlato di lui, so che la sua morte è stata scioccante per tutta Italia e per tutto il mondo del calcio. È una tragedia che rende ancora tristi, e che lo farà per sempre. Ricevere il premio dedicato a Davide significa molto, mi rende felice e orgoglioso; per me è un’opportunità di onorare il suo nome.

Simon Kjaer con la maglia del Milan

Le parole sul soccorso di Eriksen

Kjaer ricorda il doloroso momento: “Alcune cose e alcuni momenti di quel giorno rimarranno con me per sempre la cosa principale però è che ora Christian stia bene, che sia tornato assieme alla sua famiglia e in campo, e che abbia ripreso a fare la cosa che ama di più, ovvero giocare a calcio. In quei momenti terribili ci siamo comportati da vera squadra, ognuno di noi ha fatto il massimo per aiutare un nostro compagno e un nostro amico”.

Kjaer cerca di tranquillizzare la moglie di Eriksen dopo il malore

“Quando stavo correndo in direzione di Christian non avevo idea, così come nessuno dei miei compagni, che avesse avuto un arresto cardiaco. L’unica cosa a cui pensavo era di raggiungerlo il più in fretta possibile e di aiutarlo. Ho imparato che è questa la cosa più importante. Se vedi qualcosa di strano devi agire, e devi farlo in fretta. Nel primo soccorso la velocità è cruciale. Fare quello che si è in grado di fare, e farlo velocemente, e poi lasciare che se ne occupi un professionista il prima possibile. Quel giorno siamo stati fortunati, perché medici e paramedici erano davvero vicini”.

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