Tutti prosciolti. Questa la sentenza di primo grado nell’ambito del processo sulle plusvalenze, che vede coinvolti ben 59 dirigenti di 11 società di calcio italiane: Juventus, Napoli, Sampdoria, Genoa ed Empoli in Serie A, in B Pisa e Parma. Il Tribunale Federale Nazionale presieduto da Carlo Sica ha prosciolto tutte le società, i dirigenti e gli amministratori dei club deferiti dalla Procura Federale per aver contabilizzato nelle relazioni finanziarie plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti a quelli consentiti dai principi contabili.
Caso plusvalenze: tutti prosciolti
Il Tribunale Federale ha quindi deciso di assolvere tutti, dal presidente della Juventus Andrea Agnelli a quello del Napoli Aurelio De Laurentiis. Le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni (una settimana circa) ma è stato accolto appieno il piano difensivo dei club. Le richieste della Procura Federale non prevedevano alcuna penalizzazione in classifica ma una serie di maxi sanzioni e inibizioni.

Ad esempio per Fabio Paratici, ex dirigente della Juventus ora al Tottenham e firmatario di 32 contratti con valutazioni giudicate ‘gonfiate’, erano stati chiesti 16 mesi e 10 giorni di inibizione; per il presidente Andrea Agnelli 12 mesi; per Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e altri membri del Cda juventino 8 mesi, con una multa da 800mila euro per il club.

Le richieste per Napoli, Samp, Empoli e Genoa
Per quanto riguarda il Napoli la Procura aveva chiesto 11 mesi e 5 giorni per il presidente De Laurentiis, 6 mesi e 10 giorni per la moglie, il figlio Edoardo e la figlia Valentina, mentre per Andrea Chiavelli 9 mesi e 15 giorni; 329mila euro di multa era stata la richiesta per il club partenopeo. Per la Sampdoria la richiesta della Procura era di 12 mesi per Massimo Ferrero, 8 mesi e 20 giorni al segretario generale Massimo Ienca e 195mila euro di ammenda al club.

Per l’Empoli la Procura aveva chiesto 11 mesi e 15 giorni per il presidente Fabrizio Corsi e 42mila euro di multa per il club. Infine, il Genoa: la pena richiesta era un’inibizione di 6 mesi e 10 giorni per Enrico Preziosi, per Alessandro Zarbano 10 mesi e 15 giorni più una multa di 320mila euro.

Niente di tutto questo, almeno per quanto concerne il primo grado di giudizio. Dopo la lettura delle motivazioni il procuratore federale Chinè deciderà se fare o meno ricordo.