Rimarrà di sicuro uno dei giorni più brutti della sua vita. Era il minuto 41′ di Barcellona-Alaves quando El Kun Aguero si accasciò a terra con problemi respiratori. Gli esami successivi evidenziarono poi un’aritmia cardiaca cha ha posto la parola fine sulla sua fantastica carriera. Da quel 30 Ottobre sono passati ormai quasi sette mesi, e parlando davanti alle telecamere di “El Hormiguero”, l’attaccante argentino ha ripercorso quei tragici momenti.
Il racconto di Aguero
“Ho iniziato a sentirmi male e volevo urlare all’arbitro di fermare il gioco – ha raccontato Aguero – ma la mia voce non veniva fuori. È stato allora che ho iniziato a sentire le vertigini, quindi ho afferrato la mano di un difensore e gli ho chiesto di fermare il partita. Poi sono iniziate le vertigini e l’aritmia. Quando si è fermata, mi hanno portato in ospedale e sono stato ricoverato per tre giorni“.

L’argentino ha raccontato che già prima dell’inizio della stagione aveva avuto qualche avvisaglia: “Ho iniziato a stare male nella preseason, con strani sintomi, ma pensavo fossero gli allenamenti, il caldo… Poi mi sono infortunato e sono rimasto fermo per un mese, mi sono sentito a disagio. Poi sono tornato ad allenarmi e non respiravo bene. Ho detto a un medico che stavo male, poi ho avuto un po’ di capogiro ed è iniziata l’aritmia. Hanno fatto i test ed è andato tutto bene, ma è successo di nuovo allo stadio“.
