Tevez si ritira: “Ho perso il mio più grande tifoso. Ho dato tutto in campo, ora voglio allenare”

Carlos Tevez si ritira. È ufficiale, a tredici mesi dalla sua ultima partita con la maglia del Boca Juniors, l’attaccante ha confermato il suo addio al calcio giocato. L’ex Juventus, in una lunga intervista ad AméricaTV, ha dichiarato di non poter più continuare a giocare dopo la morte di suo padre, il suo più grande tifoso. L’argentino ha ripercorso anche il suo passato e la sua infanzia e ha ricordato gli episodi che lo hanno spinto ad essere uno dei calciatori più celebri.

Tevez si ritira, è ufficiale

La decisione del ritiro è stata immediata, nessuna riflessione: “Sto bene, mi godo la vita e la mia famiglia. Ho giocato molto tempo, altro tempo l’ho perso. Sono ritirato, questo lo confermo. Mi hanno offerto molte cose, ma questo era un cambiamento troppo importante per la mia famiglia. Come calciatore ho dato tutto quello che avevo nel mio cuore e questo mi lascia tranquillo con me stesso. Mi sono alzato una mattina e mi sono detto ‘non gioco più’, ho chiamato il mio agente e gliel’ho detto. La sera ho chiamato anche Riquelme e gli ho chiesto di fare la mia conferenza di addio”.

morte padre tevez

Tevez ha rivelato di aver rifiutato le offerte degli Stati Uniti. Ha smesso di giocare dopo aver “perso il suo fan numero uno”: suo padre adottivo. Secondo Raimundo è morto a causa delle complicazioni dovute al Covid-19 nel febbraio 2021. Il padre biologico dell’ex giocatore era morto prima della nascita di Tevez e Raimondo aveva adottato l’argentino. Un addio al calcio giocato, ma non al pallone. L’Apache, infatti, vorrebbe allenare: Mi sono ritirato, è confermato. Mi hanno offerto molte cose, anche dagli Stati Uniti. Ma questo è tutto, ho dato tutto. Giocare l’ultimo anno è stato molto difficile. Ho smesso di giocare perché ho perso il mio tifoso numero uno. Adesso il mio sogno e obiettivo è quello di diventare allenatore”.

La partita più difficile dell’argentino

L’argentino ha infine svelato qual è stata la sua partita più difficile: “Non è normale che un ragazzino arrivi da un barrio così umile come Fuerte Apache. È stata quella la partita più difficile che io abbia giocato. Il barrio mi ha riempito di valori, di cose che mi hanno aiutato a superare me stesso. Me ne sono andato dal Boca senza un soldo, con il conto in banca vuoto, perchè volevo restituire al club quello che mi aveva dato. Sono andato al Corinthians e ho cominciato a guadagnare bene, quando mi sono arrivati i primi soldi in testa ho sempre avuto l’idea di cambiare le cose”. 

Tevez pronto al rientro

L’obiettivo dell’ex giocatore era quello di regalare una vita migliore alla sua famiglia: “Mi dicevo ‘la prossima generazione dei Tevez deve essere migliore’. Vedevo i fratelli di mio padre a terra drogati e mio padre mi diceva ‘vuoi fare questa fine?’. Non permetteva che saltassi un allenamento. Quando sono andato in Brasile ho detto a mio padre che avrei comprato casa a lui e ai miei zii, alla fine ne ho comprate 14. E ho sentito che ho cambiato loro la vita”.

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