Oblak : “Da bambino 50 km al giorno in bici per andare ad allenarmi. In Portogallo ho giocato anche come terzino”

Jan Oblak si sta già preparando alla prossima stagione con l’Atletico Madrid e, tra un allenamento e un altro, ha concesso una lunga intervista a France Football. Il portiere, pilastro fondamentale nella formazione di Simeone, ha parlato della sua carriera e dei sacrifici fatti per arrivare dov’è oggi.

Oblak: “A 10 anni, 50 km al giorno in bici per allenarmi”

Il calcio è sempre stato la sua passione, tanto che quando era bambino percorreva 50 km in bicicletta solo per potersi allenare. Oblak, infatti, è cresciuto a Skofja Loka, un paese a 25 chilometri da Ljubljana, in Slovenia: Quando avevo dieci anni andavo ad allenarmi in bicicletta. Quindi ogni giorno mi toccava pedalare per 50 chilometri ma non scambierei l’istruzione e la formazione che ho ricevuto per nulla. Anzi vorrei che tutti i bambini potessero avere la stessa infanzia. Era un equilibrio perfetto. Il mio debutto in prima squadra, a 16 anni, è stata una piccola coincidenza. Quando il club fallì ho deciso di restare, sentivo che non avrei dovuto abbandonare la nave e il tempo mi ha dato ragione perché il club si è ripreso molto velocemente e bene. Da parte mia, avevo accumulato esperienza ed ero già pronto per il grande salto”.

oblak

Poi, il trasferimento in Portogallo, in un momento non facile per il calcio lusitano: “Non è stato facile. Appena arrivato al Benfica ho giocato anche come terzino destro durante il pre-campionato. Ero un numero. Sono andato di prestito in prestito. A quel tempo, il calcio portoghese stava attraversando una vera crisi. Ricordo tante interruzioni di corrente, docce fredde. Con il Río Ave ho potuto giocare. A 20 anni ero pronto a tornare. Con il Benfica abbiamo vinto tre titoli e ho giocato la finale di Europa League persa ai rigori contro il Siviglia”. 

Lo sloveno a la svolta all’Atletico Madrid

Nel 2014, la grande occasione. Oblak firma con l’Atletico Madrid: “Nell’estate del 2014, dopo aver vinto il campionato e aver giocato la finale di Champions League, l’Atletico sapeva che Courtois sarebbe andato al Chelsea. Dopo due o tre sessioni di allenamento, sono rimasto fuori per un infortunio. Moyá se l’è cavata benissimo. Per me è stato difficile, ma ormai conoscevo il ruolo. Quando sei un portiere, le occasioni non si presentano molto spesso ma quando riesci prenderti il posto, il tuo concorrente non ha molte possibilità di riconquistarlo”.

Oblak rivela infine il suo sogno per il futuro: Mi fa male pensare di non aver ancora ottenuto niente di eccezionale con la mia nazionale. Mi piacerebbe se potessimo riunire le persone anche per un’estate. Ricordo molto bene cosa provavo da bambino quando vedevo la nostra squadra all’Europeo o al Mondiale. Non so quando, ma sono sicuro che accadrà. Io ci credo”.

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