La rivelazione di Szczesny: “Sento dolore a ogni parata”

Il portiere della Juventus Wojciech Szczesny, arrivato in Serie A dall’Arsenal nel 2017, ha rilasciato una lunga intervista a Kanal Sportowy, ripresa poi da Goal. Un’intervista a cuore aperto, durante la quale il portiere ha parlato di salute mentale, ma anche di una problematica che lo affligge da quando era solo un ragazzo.

Szczesny: “Assurdo che non ci siano allenamenti mentali obbligatori per i giocatori”

Per il portiere polacco la salute mentale è importantissima e non comprende come mai i club non danno la giusta rilevanza allo stato mentale dei propri giocatori. Negli ultimi anni molte società hanno investito nell’assunzione di psicologi per aiutare i propri atleti, ma Szczesny ritiene che dovrebbero concentrarsi maggiormente: “Per me, è strabiliante che nel 2022 i club professionistici non abbiano un allenamento mentale obbligatorio per i giocatori. È assurdo. Fai un’intervista con qualsiasi giocatore di calcio e ti dirà che il 70% delle prestazioni è nella sua testa. E il 100% dell’allenamento obbligatorio invece è fisico”.

Szczesny e la maledizione Europei

Per Szczesny dovrebbe esserci un allenamento mentale obbligatorio in ogni squadra: “Ci sono psicologi nei club e i giocatori possono usare i loro servizi se vogliono, ma non c’è un allenamento mentale obbligatorio. E dovrebbe esserci soprattutto nelle situazioni in cui tutto va bene. Non dovresti andare da uno psicologo solo quando le cose vanno già male. Non puoi capire cosa non va quando la tua mente è rotta, è più difficile capire cosa non va quando la tua situazione è già brutta”.

Il portiere bianconero non è il primo giocatore che affronta il tema della salute mentale. Prima di lui Arda Turan, Paul Pogba, Christian Pulisic e Neymar ne hanno parlato. 

Il polacco: “Sento dolore a ogni parata”

Szczesny ha confessato poi di provare dolore fisico ad ogni parata da quando si è fatto male alle braccia da ragazzo: “Rompermi le braccia in palestra da adolescente mi costa ancora oggi. Ogni salvataggio è doloroso per me. Non ne parlo troppo perché ci sono abituato, ma onestamente devi essere un idiota per lavorare in una professione quando ogni salvataggio – e faccio centinaia di salvataggi ogni giorno – ti porta dolore autentico. Forse ci sono soluzioni per questo”.

Prima del 2018 la situazione era anche peggiore: “Se rimuovessi le piastre di metallo dalle braccia, potrebbe aiutarmi, ma il recupero richiederebbe alcuni mesi. Ho trovato una soluzione con i miei guanti che aiuta un po’, ma prima del 2018 ho vissuto situazioni in cui il dolore era così grande che dopo l’allenamento non potevo togliermi i guanti o aprire una bottiglia d’acqua”.

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