Il video del suo fermo con relativa perquisizione ha fatto il giro del web, e dopo le parole del portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Tiemouè Bakayoko ha voluto raccontare la sua versione dei fatti. E il centrocampista francese, con quattro storie pubblicate sul suo profilo Instagram, ha messo in discussione il metodo e i modi adottati dagli agenti.
La versione di Bakayoko
Bakayoko, fermato per le strade di Milano due settimane fa, ha polemizzato per il modus operandi adottato dalla Polizia, e spiegato l’accaduto secondo il suo punto di vista: “Errare è umano, non ho problemi con questo. Il modo e la metodologia utilizzati, però, sono per me ‘problematici‘. Penso che si sia andati oltre il dovuto. Perché non mi hanno semplicemente chiesto i documenti, comunicando in modo normale?“, si è domandato il centrocampista del Milan. “Nel video che è stato postato sui social non si vede tutto. Questa è la parte più tranquilla di quanto accaduto. Mi sono ritrovato con la pistola a un metro da me, sul finestrino lato passeggero. Hanno chiaramente messo le nostre vite in pericolo“.

“Non è accettabile”
“Qualunque sia il motivo che li ha spinti a farlo – ha proseguito Bakayoko nelle sue storie Instagram – è un errore sapere di non avere certezze per i sospetti arrestati. Le conseguenze sarebbero potute essere molto più gravi se non avessi mantenuto la calma, se non avessi avuto la possibilità di far valere il lavoro che faccio e di essere riconosciuto in tempo. Quali sarebbero state le conseguenze? Mi avrebbero portato alla stazione di Polizia? Questo fa sorgere ancora una volta molte domande. Non è accettabile mettere così tanto in pericolo la vita di una persona“, ha concluso il francese.
