La positività di Josè Luis Palomino al nandrolone ha scosso l’ambiente atalantino. Il calciatore è stato sospeso in via cautelare dal Tribunale Nazionale antidoping e può richiedere le controanalisi entro tre giorni. Lui si dichiara innocente ed estraneo ai fatti e sta cercando di capire come è arrivato ad assumere il Clostebol Metabolita, sostanza dopante contenuta anche in creme per uso topico, come la rigenerazione del tessuto cutaneo o in una pomata cicatrizzante, come il Trofodermin.

Cosa rischia Palomino?
I controlli sono stati fatti a sorpresa a Zingonia a inizio mese e soltanto adesso è arrivato l’esito. Palomino rischia 2 anni nella migliore delle ipotesi o 4 anni nel caso fosse dimostrata l’intenzionalità dell’assunzione della sostanza illegale.
C’è però un precedente, quello di Fabio Lucioni del Benevento che nel 2017 risultò positivo al test antidoping ma venne squalificato “soltanto” per un anno (poi ridotta a 8 mesi). In quel caso il giocatore venne graziato per l’ammissione di colpevolezza del medico sociale dei campani (che venne squalificato per 4 anni), Walter Giorgione che dichiarò di avergli somministrato uno spray cicatrizzante in suo possesso contenente il clostebol.

Palomino positivo per colpa della moglie?
Nel caso di Palomino la “colpa” potrebbe essere stata inconsapevolmente della moglie Juline Allne Matthey o della figlia che hanno assunto quella pomata cicatrizzante con cui il difensore argentino sarebbe entrato involontariamente in contatto.
Le indagini saranno lunghe, sicuramente non ci saranno sviluppi prima di fine estate e pertanto Palomino salterà sicuramente le prime giornate di campionato. Una brutta notizia anche per Gasperini che perde uno dei suoi pilastri difensivi.