A 32 anni Roberto Soriano è il capitano del Bologna. Un ruolo scelto per lui da Sinisa Mihajlovic, che aveva visto nel centrocampista italiano l’uomo giusto per tenere unito lo spogliatoio e incitare la squadra a combattere, seguendo quella che era la filosofia dell’allenatore serbo. E il legame tra il calciatore e il tecnico è una dimostrazione di come questi due uomini si sono trovati e di come sono legati l’un l’altro dal destino, come dimostrano le lacrime del centrocampista dopo il gol sabato scorso contro la Sampdoria.
What a hit! Wonderful goal from Roberto Soriano 💥#SampBologna pic.twitter.com/yfT0y3nPjX
— Lega Serie A (@SerieA_EN) February 20, 2023
Il Bayern dei fenomeni
Ma per arrivare all’uomo che è Soriano oggi, bisogna seguire la sua crescita professionale. Nato e cresciuto in Germania da genitori emigrati, si è avvicinato al calcio tra i giovanissimi del Darmstadt, per poi affacciarsi al mondo sportivo al livello più alto possibile: al Bayern Monaco.
Infatti nel 2006 i bavaresi lo presero con loro nelle giovanili. Lì condivise lo spogliatoio con Toni Kroos, Thomas Müller e David Alaba, non gente qualunque. C’erano anche altri due italiani in quelle giovanili: Nicola Sansone e Diego Contento.

Soprattutto con il primo aveva un legame particolare, e quel rapporto è proseguito negli anni, avendo condiviso anche le maglie di Villareal e del Bologna. Proprio ai tempi in cui giocava nella squadra spagnola, Soriano su Sansone disse: “Le nostre famiglie sono originarie della Campania, siamo cresciuti nella stessa città, a Monaco. Roberto per me non è solo compagno, ma un amico.”
Sempre parlando di italiani, al Bayern in quegli anni c’era un certo Luca Toni a fare il bomber dei bavaresi, e con l’ex Fiorentina usciva a cena a volte per parlare di calcio e di dove uscire a Monaco.
Ma il rapporto con i bavaresi si incrinò quando Soriano capì di non avere possibilità di arrivare in prima squadra. Era stufo di venir confinato nell’Under-19 e quando vide che anche un fenomeno come Kroos non ci sarebbe arrivato (fu girato in prestito al Bayer Leverkusen) decise di lasciare il Bayern Monaco. Sera il 2009.
L’arrivo alla Samp e l’incontro con Sinisa
Su di lui piombò la Sampdoria. Per Soriano era un’occasione per tornare in Italia, il paese che aveva vissuto solo in casa, dove si parlava e si mangiava italiano. Non ebbe alcun dubbio; ma se li ebbe, fu Toni a toglierglieli: “Quando Luca ha saputo dell’interesse della Sampdoria, mi ha chiamato e mi ha incoraggiato a trasferirmi. Nonostante fosse un grande passo passare dalla Germania all’Italia, pensavo che la Samp sarebbe stata una buona scelta per un giovane giocatore. In più mi ha detto di chiamarlo se le cose non sarebbero andate bene.”

Dunque inizia il percorso delle giovanili alla Samp, ma l’esordio tra i professionisti arriverà nel 2010, in Serie B con la maglia dell’Empoli, che lo prese in prestito e dove il centrocampista trovò un po’ di spazio (27 presenze e 2 reti).
Intanto la Samp era retrocessa e le prime presenze in blucerchiato, Soriano continua a farle in Serie B. Ma già l’anno successivo i doriani ottengono la promozione in Serie A e finalmente Roberto esordisce in Serie A.
L’anno successivo, il 2013, ecco che arriva Sinisa Mihajlovic sulla panchina della Sampdoria. L’allenatore serbo vede subito le potenzialità del giocatore e lo mette al centro della sua scacchiera. Soriano cresce in giocate e in prestazioni, gioca 29 partite e segna 5 gol e inizia ad attirare su di sé l’attenzione di alcuni top club.
La stagione successiva Sinisa e la Samp riescono a qualificarsi per i preliminari di Europa League e il centrocampista è sempre al centro del progetto tecnico. Riesce anche ad ottenere la convocazione in Nazionale, dopo l’iter nelle giovanili, nella quale gioca un totale di 9 presenze.

Poi Mihajlovic riceve la chiamata del Milan e lascia la panchina blucerchiata, che viene coperta da un’altra bandiera dei tempi passati: Walter Zenga. L’avventura in Europa finisce subito, con l’eliminazione la terzo turno, e nel resto della stagione la Samp è deludente.
La parentesi spagnola e il ritorno in Italia
Arriva l’offerta del Villareal di 14 milioni e sia la Samp che il giocatore accettano. È arrivato il momento di una nuova avventura. In Spagna ritrova Sansone. In quella stagione conosce l’ebbrezza della Champions, anche se solo nei turni preliminari, e torna a giocare in Europa League, dove sarà la Roma a eliminare il Villareal. Ma quella sarà la miglior annata per Soriano, con 43 presenze e 11 gol in tutte le competizioni.

Dopo due stagioni in Spagna, Soriano sfiora Mihajlovic a Torino. L’allenatore se n’era piena andato quando il centrocampista arrivò.
Soriano e Sinisa insieme a Bologna
Sei mesi dopo, però, si rincontrano a Bologna, nel gennaio del 2019. E a Bologna rimangono. Uno allenatore, l’altro presto capitano. Tengono il Bologna in Serie A e alcune stagioni sfiorano l’Europa.
Il rapporto tra i due si fa stretto. Quando a Sinisa diagnosticano il male che lo porterà ad assentarsi dagli allenamenti, è Soriano a parlare con lo spogliatoio, a dare coraggio ai propri compagni.

Ma lui più di tutti ne soffre: non trova più il gol. L’ultimo gol è datato marzo 2021 contro la Sampdoria, proprio quella Samp contro cui sabato ha ritrovato la via del gol per regalare al Bologna orfano di Mihajlovic una vittoria che lo avvicina al sogno europeo.
Al gol non ha esultato, per rispetto della sua ex squadra, ma nel post partita si è lasciato andare alle lacrime: “Voglio pensare che questo gol sia arrivato anche grazie a Sinisa. Abbiamo giocato entrambi qua, siamo stati bene insieme, mi piace pensare sia stato lui a farmi segnare proprio in questo stadio dove abbiamo passato dei momenti belli”.
Roberto Soriano in lacrime a Sky ricordando Sinisa Mihajlovic a due giorni di distanza dal compleanno 🥺 pic.twitter.com/tTvj0qe4LH
— Spazio Bologna (@BolognaSpazio) February 18, 2023
Dalla Samp alla Samp. Da Sinisa a Sinisa, e a due giorni da quello che sarebbe stato il suo compleanno. Un regalo di compleanno per fare in modo che il Bologna continui a sognare e il so capitano a segnare.