Lo strano sliding doors di Haaland: deriso e bullizzato al Molde, poi forte grazie ad un… infortunio

Nome di battesimo Erling-Braut Haaland, nazionalità norvegese, professione bomber di razza. Salisburgo, Borussia Dortmund e ora Manchester City a soli 22 anni, fin qui tutto facile. Ma gli inizi del calciatore nato a Leeds (si in Inghilterra!) non sono stati semplici e anzi hanno nascosto insidie e situazioni che ad oggi ci sembrerebbero surreali, visto il calibro dell’attaccante. Ma andiamo in ordine…

Deriso dai compagni al Molde

Di giovani talenti in giro nei viva delle squadre d’Europa ce ne sono a bizzeffe, ma solo in pochi si affermano poi tra i professionisti. E per farsi spazio bisogna lottare duro, ma anche avere un po’ di fortuna. Haaland non ha avuto un’inizio facile quando ai tempi del Molde veniva deriso dai compagni di squadra per via del suo fisico. Oggi lo vediamo grosso, piazzato, alto anche se sembra goffo nella sua andatura particolare. Eppure ai tempi del Molde non era così: come ha affermato Ruben Gabrielsen, ex compagno di squadra, il norvegese era fisicamente esile.

Un esile Haaland ai tempi del Molde

“In allenamento non toccava palla”

Gabrielsen continua nel suo racconto fermandosi su alcuni particolari che sembrerebbero di fantasia se non arrivassero da un suo ex compagno di squadra: “Con me in allenamento non toccava palla e non segnava. Era esile e fragile e il fisico non lo aiutava, tanto che lo prendevamo in giro ogni giorno. Poi un giorno il mister lo schierò titolare e fece 4 gol“.

L’infortunio che lo ha reso il più forte tra i bomber

La parola infortunio per un calciatore è qualcosa che incute timore. C’è sempre la paura di non tornare forti come prima a causa della sfiducia nel proprio fisico. Ma per Haaland è stato completamente l’opposto: l’infortunio subito lo ha reso il bomber di razza che è ora. Ai tempi del Molde il ragazzo dovette stare fermo per un lungo periodo e in quel frangente il suo fisico si trasformò. Al suo rientro la sua stazza era cresciuta ed è quella che lo ha portato ad essere il gigante che è oggi. Da esile e fragile a grosso e inarrestabile: “Un giorno è tornato dall’infortunio ed era dannatamente grosso“, racconta un suo ex compagno di squadra. Lo sliding doors più strambo del calcio moderno.

Il norvegese attualmente in forza al Manchester City

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