Eroe per un giorno: Gianluca Mancini. Il difensore-gladiatore con il vizio del gol che insegue Materazzi

Il big match tra Roma e Juventus è stato deciso da un super gol di Gianluca Mancini. È bastato il suo bolide da fuori area per decidere una partita bloccata e spingere la Roma al quarto posto al pari con il Milan.

Il gol contro la Juve

Roma-Juventus è stata una gara equilibrata. Ci sono stati pochi lampi, poche azioni pericolose. Le emozioni sono arrivate grazie alle giocate dei singoli, e la giocata più bella l’ha fatta Mancini.

Il difensore della Roma al 53’ si è spinto in avanti durante un possesso prolungato e piuttosto sterile della sua squadra. A tre quarti campo gli è arrivata la palla e vedendo un po’ di spazio davanti a sé, il difensore ha controllato, fatto due passi e sparato un bolide che si è infilato accanto al palo.

Niente da fare per Szczesny e Roma in vantaggio. Una giocata che ha portato alla vittoria, ma non è l’unica compiuta dal difensore.

Un difensore aggressivo

Mancini è uno a cui piace giocare in modo fisico. Non si tira indietro quando c’è da mettere la gamba e gli avversari lo sanno. Vive la partita con i nervi a fior di pelle e ciò negli anni gli ha creato non pochi problemi, soprattutto dal punto di vista disciplinare. L’anno scorso ha finito il campionato con il record di cartellini: 21.

Un dato che evidenzia l’irruenza e l’agonismo messo in campo dal difensore, ma che ha creato tanti problemi alla squadra, dovendo giocare spesso con un giallo sulle spalle o spesso lasciando il campo per un’espulsione.

Mancini ammonito
Il difensore della Roma viene ammonito

Quello dei cartellini è un problema che si è portato appresso per tutta la carriera, dagli inizi nella primavera della Fiorentina agli esordi con l’Atalanta, ma che questa stagione è riuscito a risolvere, con solo 4 cartellini gialli presi in campionato.

Tra Firenze e Bergamo, Mancini è passato da Perugia. Lì ha incontrato il suo idolo, Marco Materazzi, a cui ha dedicato uno dei suoi tatuaggi e il suo numero di maglia, il 23.

Con Materazzi ha in comune il vizio del gol, come confermano i 12 gol segnati in Serie A e i 3 fatti nelle coppe europee.

Mancini perde sangue in campo
Il difensore della Roma in campo con lo zigoma aperto

Il calcio di Kean a Mancini

E sempre con l’ex difensore dell’Inter e della Nazionale condivide il fatto che a ai tifosi avversari Mancini sta molto antipatico. Questo perché è un guerriero e un istigatore: uno di quei giocatori che vorresti avere dalla tua parte perché ci mette sempre tutto in ogni contrasto, ma che è anche furbo. Il difensore italiano infatti gioca molto con i nervi, come si è visto ieri sera con Kean.

Gianluca Mancini con Roberto Mancini in Nazionale
Il difensore con il CT dell’Italia. Mancini era nella quadra che ha vinto l’Europeo nel 2021

L’attaccante era entrato da 30 secondi quando è entrato in collisione con il difensore della Roma, che lo ha contrastato mandandolo a terra e tenendocelo, afferrandosi al colletto dell’attaccante della Juventus anche quando la palla era ormai passata. Un gesto che ha scatenato la reazione di Kean, che si è alzato e ha tirato un calcio al difensore. Espulsione dopo 40” dall’entrata in campo e Juve in 10.

La furbizia di Mancini, il motivo per cui i tifosi avversari ce l’hanno spesso con lui, si vede al momento del calcio, in quella frazione di secondo che il difensore ci mette prima di cadere a terra facendo tutte le smorfie del caso per enfatizzare il calcio subito.

Kean espulso dopo fallo su Mancini
Moise Kean viene espulso dopo il fallo di reazione sul difensore della Roma

Si può dire dunque che ieri sera Mancini ha piegato la Juve da solo, prima segnando il gol decisivo e poi togliendo ai bianconeri la possibilità di un forcing finale causando l’espulsione di Moise Kean.

La Vecchia Signora si è piegata dinanzi al gladiatore di Pontedera, un giocatore deciso, come ha anche sottolineato in conferenza stampa al termine della partita di ieri: “Non vado d’accordo con i se e con i ma. Dobbiamo interpretare le partite sempre come abbiamo fatto oggi, eravamo superiori e la volevamo più di loro.”

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