Le verità nascoste di Nainggolan ad Anversa: “Trattato come un pezzo di m****”

Che tra Radja Nainggolan e l’Anversa non fosse finita proprio benissimo era cosa risaputa, ma gli aneddoti raccontati dal Ninja ad un giornale belga in un’intervista svelano una realtà inimmaginabile. L’ex giocatore di Cagliari, Roma e Inter, attualmente alla Spal, ha rivelato alcuni retroscena sul suo addio al club che tanto lo aveva voluto nell’estate 2021. Tra insuperabili problemi con il presidente a divieti di ingresso negli spogliatoi, fino a furti, penali e al divorzio forzato. Il racconto fatto dal centrocampista è a tratti scioccante.

L’addio shock di Nainggolan all’Anversa

Nell’intervista rilasciata al Corriere di Anversa, Nainggolan ha ripercorso quello che, secondo il suo racconto, è stato un vero e proprio calvario. Tutto è iniziato da quella famosa sigaretta elettronica fumata in panchina, episodio che ha spinto la dirigenza a metterlo fuori rosa: “Mi hanno trattato come un parassita, un pezzo di m… Quando sono stato messo nella squadra B i giocatori hanno poi cercato di convincere Overmars a tenermi con la squadra A – è stata una buona cosa per me – ma nessuno ha osato davvero andare contro Gheysens (il presidente dell’Anversa, ndr)”.

Nainggolan 'pizzicato' a fumare sulla panchina dell'Anversa

Ho continuato a fare del mio meglio nella squadra B, ho cercato di supportare quei ragazzi giovani e non ho commesso errori lì”, ha spiegato il Ninja. “Ma come sono stato trattato nelle ultime settimane lì non l’ho mai visto. E sono stato in molti posti. Non potevo più entrare dall’ingresso principale, potevo entrare solo negli orari in cui non c’era la prima squadra, dovevo andare ogni giorno in uno spogliatoio diverso: ero trattato come un parassita. Ad un certo punto il mio orologio è stato persino rubato perché i giovani giocatori entravano e uscivano continuamente da quello spogliatoio“.

Radja Nainggolan nel suo periodo all'Anversa

Questioni di famiglia, non di soldi

Le mie figlie sono state una delle ragioni principali per cui sono tornato in Belgio“, ha sottolineato Nainggolan. “Mentre prima le vedevo solo durante le vacanze, da quando sono tornato ad Anversa hanno vissuto di nuovo con me a tempo pieno. Tutti sapevano abbastanza bene quanto fosse importante per me. Volevo quindi restare in Belgio, per le mie figlie. Per farlo però avrei dovuto lasciare altri soldi, pagare una penale. Non era un problema: qui alla Spal gioco per “noccioline” ma di serietà”.

Nainggolan Spal

Al centrocampista è stato quindi vietato di giocare per un altro club del suo paese: “Gheysens mi ha costretto a lasciare il Belgio dopo che avevo già perso un milione. Mi voleva solo fuori dal paese. È un grande uomo d’affari, ma è lì che finisce. Quell’Anversa mi ha tolto il piacere del calcio, ma lo riprenderlo. Però non lo perdonerò mai per aver dovuto lasciare le mie figlie“. Nainggolan ha anche raccontato di essere stato vicino a Verona e Samp, poi alla Turchia, prima della chiamata dell’amico De Rossi (poi esonerato) alla Spal. Una storia decisamente intricata e dai molti lati poco chiari…

Nainggolan con la maglia dei belgi dell'Anversa

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