Nella giornata odierna, Andrea Belotti (che con la maglia della Roma ha realizzato quattro gol in 32 partite tra campionato, Coppa Italia ed Europa League) ha scritto una lettera indirizzata a Cronache di Spogliatotio, nella quale ha ripercorso la sua carriera. Tra gli argomenti trattati l’esultanza da cui è scaturito il soprannome “gallo” e il rapporto con Gianluca Vialli. Inoltre, l’attaccante giallorosso è poi tornato sulla trattativa con il Milan degli scorsi anni.
L’esultanza
“Esulto così per il mio amico Juri, il suo cognome è Gallo e quando giocava esultava sempre mimando la cresta. Un giorno, quando giocavo in Serie C all’Albinoleffe, mi disse che sarebbe venuto a vedermi per la prima volta chiedendomi di esultare come lui. Dopo due minuti segnai ed esultai mimando la cresta del gallo, ma incredibilmente lui arrivò in ritardo di qualche minuto e perse il gol. Ho esultato così per nessuno, ma da quel giorno quel gesto non mi ha mai abbandonato”.
Vialli
Nella lettera, Andrea Belotti ha poi ricordato la figura di Gianluca Vialli: “Una mattina, in Nazionale, arrivai al campo un’ora prima dell’allenamento e lo vidi correre. Nonostante la sofferenza e i problemi con cui aveva a che fare aveva una forza incredibile ed era sempre pronto ad aiutare gli altri, anche se era lui ad aver bisogno di aiuto. Era una grande persona e per me è stato fondamentale, sono convinto che vivrà per sempre dentro di noi”.
“Si parlava di me ovunque”
L’attaccante classe ’93 è poi tornato sulla trattativa con il Milan, quando vestiva la maglia del Torino: “Era l’estate dei 100 milioni e il mio nome era da tutte le parti, si parlava di me ovunque. Si diceva che sarei andato al Milan per 58 milioni. Probabilmente all’inizio sono stato consigliato nel modo sbagliato, ma ho avuto la forza di lasciar correre”.
