Il cosiddetto nonnismo, quel fenomeno secondo il quale i più vecchi devono far valere la propria autorità nei confronti delle matricole con intimidazioni e prepotenze, è qualcosa che tacitamente accade in molti settori della vita privata e lavorativa. Lo spogliatoio di un club professionistico non fa eccezione, e soprattutto in passato, quando un giovane calciatore passava ad un nuovo club, spesso gli “anziani” del gruppo gli imponevano un qualsiasi rito d’iniziazione per entrare a farne parte. Negli ultimi tempi di solito si canta una canzone, prima si faceva molto peggio.

E quanto raccontato da Daniel Nardiello, ex attaccante gallese di evidenti origini italiane, che nel 1999 approdò in un Manchester United pieno zeppo di grandi campioni, è qualcosa di decisamente squallido.
Lo spogliatoio del Manchester United
Nardiello era passato al Manchester United dal Wolverhampton nel 1999, ma aveva esordito con i Red Devils solo due anni dopo, a 19 anni. E proprio a quegli anni si riferisce il racconto dell’ora 40enne gallese, che parlando al podcast Under the Cosh, ha sollevato il coperchio sul suo squallido rito d’iniziazione al club: “Il mio è stato fingere di fare l’amore con una donna immaginaria sul tavolo. Alcuni di noi hanno dovuto farlo. Dovevamo anche descrivere la ragazza. È stato orribile“, ha rivelato.

Pubblico “importante”
A guardare la squallida scenetta tutta la rosa del Manchester United, a partire dai senatori: “Mi chiedevano se la donna era bionda, bruna, se aveva un seno grande o cosa le stavo dicendo. Ero rosso dalla vergogna, è stato orribile“. Nardiello ha parlato poi del suo “pubblico”: “C’erano Giggs e David May davanti a tutti, ma potevo vedere altre superstar come Keane e Beckham. E intanto pensavo ‘Oh mio Dio, devo fare l’amore con una ragazza immaginaria di fronte a tutti questi ragazzi“. Certo, per un ragazzo appena maggiorenne non dev’essere stata un’esperienza proprio edificante…