La Serie A ritarda a denunciare gli episodi razzisti di Juve-Inter. L’esempio della Premier su come combattere l’odio

Dopo gli episodi di stampo razzista avvenuti ieri in Juventus-Inter, la Lega Serie A ha condannato i fatti stamattina con un comunicato. Una reazione troppo lenta per la gravità del caso. La Premier League invece non ha aspettato neanche un’ora per denunciare i cori offensivi della partita di ieri sera tra Chelsea e Liverpool.

Episodi razzisti nel finale di Juve-Inter

La prima semifinale di Coppa Italia si è conclusa con un 1-1 tra Juventus e Inter. È successo tutto negli ultimi 10 minuti. Al gol di Cuadrado all’83’ ha risposto Lukaku su rigore al 94′, poi si è scatenato l’inferno.

Lukaku esulta sotto la curva della Juventus e la tensione sugli spalti e sul campo sale di intensità. Al belga vengono rivolte parole di stampo razzista da alcuni membri della tifoseria bianconera e l’attaccante dell’Inter perde la calma, così come tutti in campo.

lukaku risponde ai tifosi della Juventus. La Serie A ha denunciato i fatti
Lukaku è stato espulso per aver reagito ai cori razzisti

Al belga viene mostrato il secondo giallo e viene allontanato a forza dal campo. Nel post partita Inzaghi e Perin hanno detto la loro versione dei fatti, ma rimane il silenzio sugli episodi razziali, anche da parte della Serie A.

Serie A, Juve e Inter condannano i fatti

Solo stamattina viene rotto il silenzio. Uno dopo l’altro, Juventus e Inter hanno condannato il comportamento razzista di alcuni tifosi nei confronti di Lukaku.

La squadra milanese lo ha fatto esprimendo solidarietà per il proprio calciatore e schierandosi contro il razzismo e la discriminazione.

I bianconeri invece hanno fatto sapere che stanno collaborando con le forze dell’ordine per individuare i responsabili degli episodi razzisti.

Infine anche la Serie A ha condannato con fermezza quanto avvenuto ieri sera al termine della partita e ribadendo la sua posizione decisa sugli episodi di questo genere.

Che tutte e tre le parti coinvolte abbiano preso una posizione è decisamente un bene, ma non lo è altrettanto il fatto che abbiano aspettato il giorno successivo per denunciare i fatti.

L’esempio della Premier

Il tempo di reazione in questi casi è fondamentale. Se si vuole condannare qualcosa di grave, come è grave qualunque forma di razzismo e discriminazione, bisogna farlo subito e senza tentennare.

Su questo la Premier League è avanti anni luce rispetto alla Serie A. Nella partita di ieri tra Chelsea e Liverpool (finita 0-0) ci sono stati cori dei tifosi dei Blues che inneggiavano alla tragedia di Hillsborough del 1989, dove hanno perso la vita 97 tifosi dei Reds.

Nel momento in cui è finito il match, il Chelsea ha condannato i fatti con un comunicato: “Il Chelsea FC condanna i cori inappropriati ascoltati da alcuni tifosi di casa durante la partita di questa sera. I cori d’odio non hanno posto nel calcio e ci scusiamo con chiunque sia stato offeso da loro.”

La stessa cosa ha fatto la Football Association inglese, che in più ha creato un comitato di discussione con i club di Premier, la EFL e il Football Supporters Association così da agire in modo coordinato per contrastare gli episodi di razzismo, discriminazione e cori offensivi.

Inoltre, in ogni stadio e su ogni maglia da gioco della Premier League è ben visibile la scritta: “No room for racism“.

La scritta contro il razzismo della Premier League

Un modo di agire che mostra come si combatte l’odio negli stadi e da cui la Serie A dovrebbe prendere spunto, perché ormai sono troppi gli episodi razzisti, discriminatori e offensivi che avvengono nella maggior parte degli stadi italiani.

Per fronteggiare questo problema, serve una presa di posizione decisa e immediata, con condanne pesanti a chiunque si renda protagonista di tali episodi, senza aspettare una notte prima di denunciare quanto accaduto.

LEGGI ANCHE

Html code here! Replace this with any non empty raw html code and that's it.

I PIù LETTI DELLA SETTIMANA