Chiacchierati, odiati, insultati, giudicati, sempre discussi e quasi mai elogiati. Non dev’essere per niente facile essere un arbitro, una categoria perennemente sotto l’occhio della critica. C’è da dire però che un ruolo di responsabilità come quello del direttore di gara è anche ben pagato, e aggiungiamo, giustamente. Il quotidiano spagnolo Marca ha analizzato gli stipendi degli arbitri iberici, e nel contempo li ha commisurati a quelli dei fischietti della nostra Serie A.
Gli stipendi degli arbitri spagnoli
Scrive Marca: “L’arbitro spagnolo è considerato in Europa come tra i migliori del continente. È certificato dai dieci che indossano la coccarda FIFA e che frequentemente dirigono le partite internazionali. Il passo che hanno fatto essendo professionisti, è arrivato di pari passo con uno stipendio importante, il più alto d’Europa. 12.500 euro al mese (137.000 lordi all’anno) a cui dobbiamo aggiungere quanto vale ogni partita in sé, cioè 4.200 euro per il direttore in campo e 2.100 per il VAR“. Il quotidiano aggiunge che ad esempio Mateu Lahoz, il più pagato tra gli iberici nel 2022, si è messo in tasca la cifra di 335mila euro.

E gli arbitri italiani?
Come guadagno i fischietti italiani sono subito dietro ai colleghi spagnoli: “Un arbitro della Serie A italiana guadagna 3.800 euro lordi a partita, con una media di 15 o 16 partite per un totale di circa 60.000 euro a stagione. Lo stipendio fisso è legato al numero di partite e ai diritti d’immagine: varia da un minimo di 45.000 euro ad un massimo di 80.000 euro all’anno (per gli arbitri più importanti). Gli assistenti vengono pagati 1.000 euro a partita, mentre il quarto arbitro prende 500 euro. 1,500 prende il VAR e 750 l’AVAR”.

Sorprende che gli arbitri del campionato più ricco d’Europa, la Premier League, siano decisamente dietro a quelli spagnoli e italiani: lo stipendio mensile è “solo” di 8.500 euro e i più riconosciuti a livello internazionale terminano la stagione con un guadagno di circa 200.000 euro.
